Abysmal Grief - Strange Rites Of Evil

ABYSMAL GRIEF – Strange Rites Of Evil

Gruppo: Abysmal Grief
Titolo: Strange Rites Of Evil
Anno: 2015
Provenienza: Italia
Etichetta: Terror From Hell Records
Contatti: Sito web   Spotify
TRACKLIST

  1. Nomen Omen
  2. Strange Rites Of Evil
  3. Cemetery
  4. Child Of Darkness [cover Bedemon]
  5. Radix Malorum
  6. Dressed In Black Cloaks
DURATA: 47:20

Sono trascorsi ormai tre anni da quando il sottoscritto vi presentò Feretri, mentre poco più di un anno dopo il nostro M1 analizzò We Lead The Procession, una raccolta di materiale di repertorio; in questa sede analizzeremo invece l’ultimo album degli Abysmal Grief intitolato Strange Rites Of Evil, partorito sul finire del 2015. Non mi dilungherò inutilmente sui trascorsi del gruppo, in quanto si tratta di una realtà ormai entrata di diritto nella cerchia dei capisaldi indiscussi del movimento Doom nostrano e — accingendosi a prestarvi orecchio — chiunque abbia già dimestichezza con la musica della band genovese saprà a cosa sta andando incontro; nel caso invece non sappiate di cosa io stia parlando, necessitate certamente di lunghe sessioni di ascolto per colmare la grave lacuna.

“Nomen Omen” apre le danze mettendo subito in chiaro che la classe è un dono posseduto da pochi, offrendoci quel Dark Doom oscuro dalle atmosfere diabolicamente liturgiche, il quale è ormai un riconosciuto marchio di fabbrica dei Nostri: ficcanti riff circolari, melodie funeree esalanti effluvi necromantici, le consuete tastiere sinistre che sembrano chiamare a raccolta le più perverse e demoniache creature di impensabili abissi. Ebbene sì, ancora una volta siamo spettatori degli abietti rituali di divinazione occulta perpetrati da ormai quasi vent’anni dal gruppo.

Anche all’interno di questa nuova opera si percepisce distintamente la passione degli Abysmal Grief per un determinato tipo di teatralità oltretombale dallo squisitamente macabro sapore retrò, sia grazie al sempre magistrale lavoro svolto dalle tastiere che alla voce di Labes C. Necrothytus, la quale contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo di un certo tipo di atmosfera. La suddetta atmosfera raggiunge il proprio luttuoso culmine nella conclusiva “Dressed In Black Cloaks”, al cui interno il quartetto sembra quasi voler omaggiare i propri albori, richiamando fortemente alla mente i tratti più Dark dei primi lavori: l’impressione globale offertaci è ancora una volta quella di trovarsi a vagare in notturna tra sepolcri secolari custodi delle più aberranti e impensabili blasfemie.

Aspetto da rimarcare in questo Strange Rites Of Evil è tuttavia una leggera diminuzione del gusto per determinate propensioni orrifiche in favore di una cerimonialità più cupa e inferica, musicalmente più pesante e foriera di angoscianti visioni mortuarie. Altro punto notevole è una pregevolissima cover di “Child Of Darkness”, pezzo dei tanto validi quanto generalmente non molto considerati Bedemon: il lavoro svolto qui è particolarmente interessante, poiché l’anima squisitamente settantiana dell’originale viene mantenuta e ulteriormente impreziosita da un livido impianto di malignità atavica e funesta.

In conclusione, Strange Rites Of Evil è dunque l’ennesima dimostrazione di talento da parte di un gruppo che merita la devozione incondizionata di chiunque sia un estimatore di una corrente che in Italia ha sempre avuto gli esponenti più ispirati; e gli Abysmal Grief rientrano senza alcun dubbio in tale categoria.