ACID BRAINS – Maybe
Gruppo: | Acid Brains |
Titolo: | Maybe |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Red Cat Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 29:46 |
Gli Acid Brains sono una formazione toscana in giro ormai da tre lustri. Tanta gavetta e voglia di fare li riportano nel giro a distanza di due anni dal precedente lavoro "Do It Better", con una nuova fatica contenente nove tracce intitolata "Maybe".
Non mi sento di racchiudere la proposta unicamente nel filone post-grunge, perché se da un lato è evidente che i Nirvana quanto i primissimi Foo Fighters (il primo album della band di Dave sembra essere proprio figlio della realtà tramontata con la morte di Cobain) e in terra nostrana gente come i Verdena siano riferimenti non celati nel sound, dall'altro vi è una forte pulsione punk e rock-street con echi di L.A. Guns ed Hellacopters che si fanno vivi e partecipi; non rinunciando in alcuni casi a strizzare l'occhio a soluzioni particolarmente inclini allo stampo radiofonico.
Il disco si scatena, scudiscia, mena e si dibatte, alcune volte diventa malinconico e grigiastro, ma nel DNA preferisce l'attacco alla reazione; prendete a esempio le due robuste e acide "Collapsed" e "Strong", che neanche a farlo apposta collassano nella scanzonata "Enjoy". Interessante inoltre la scelta di chiudere la scaletta con tre pezzi in italiano, tre episodi — con il finale "Dimentico (I Forget)" — fra i migliori in scaletta, che palesano le qualità strumentali della band di Lucca; soprattutto l'asse ritmico composto da Antonio Amatulli al basso e Stefano Marchi alla batteria pare avere una marcia in più, rispetto anche al buonissimo riffing del duo alle sei corde formato da Alfredo Bechelli e Stefano Giambastiani.
Quest'ultimo si trova anche dietro al microfono ed è lì che risiede l'unico neo di "Maybe". La prestazione vocale non riuscirei a definirla brutta, più che altro scomposta: ci sono dei momenti in cui Giambastiani sembra allontanarsi dal contesto creato dalle note — e questo esularsi purtroppo è riscontrabile durante l'ascolto — o si pone con un accanimento che tende a livellarsi col tempo, appiattendosi. L'atteggiamento quindi stride con la musicalità multisfaccettata degli Acid Brains, tuttavia non gambizza i pezzi; c'è da lavorarci su, ma visto l'impegno profuso in questi anni i ragazzi troveranno un rimedio.
Com'è "Maybe"? Di compagnia, un album che dopo un paio di passaggi nello stereo inizi a canticchiare, il suo essere in parte molto accessibile anche a coloro che non apprezzano le sonorità rock potrebbe tornare utile agli Acid Brains, rivelandosi una carta da giocare per far acquisire nuovi fruitori alla loro offerta. Vi invito a dargli una possibilità.