ACID DEATH – Random’s Manifest
È trascorsa una settimana da quando il sottoscritto ha avuto modo di scrivere della ristampa di "Pieces Of Mankind", primo atto discografico della band ellenica degli Acid Death. Ecco che adesso mi ritrovo fra le mani "Random's Manifest", il loro secondo lavoro riportato in vita dalla Copro Records.
Le due uscite vennero pubblicate originalmente a tre anni di distanza l'una dall'altra, nel 1998 il debutto, mentre nel 2001 vide la luce il successore. Quest'ultimo denota una maturazione e una definizione del suono e del modus operandi compositivo, che diedero al techno-death metal del gruppo di Atene una forma ancora più intrigante e raffinata. La proposta è ulteriormente arricchita di derivazioni jazz-metal, cambi di tempo, inflessioni melodiche e adornata da un attento quanto certosino ricamo delle tastiere, mantenendo tuttavia viva una discreta dose di aggressività, sia in ambito strumentale che vocale, in grado di alimentarne la natura di base death metal.
L'unico difetto, se tale lo si vuole considerare dato che dipende dai punti di vista, sembra essere la volontà di impreziosire costantemente il pezzo; quella ricerca quasi ossessiva della soluzione tecnica, riscontrabile in tantissime produzioni successive al 2000, che costringe l'ascoltatore all'attenzione, ad analizzarne il passo, attimo dopo attimo, facendo perdere a ottime tracce quali "Perfect Enemy", "Psycho Love", "In Sorrow", "Misery Colored Yellow-Black", "Teach To Kill" e "Future Deadlock" parte del proprio potenziale in fase di approccio diretto.
"Random's Manifest" dimostrò come gli Acid Death fossero ancora in grado di migliorarsi e con tutta probabilità a oggi, prendendo in considerazione anche il materiale prodotto dopo essersi riuniti, è l'opera di migliore qualità realizzata dalla band greca. Una piccola gemma underground che potrebbe affascinare i navigati ascoltatori del genere e attirare su di sé le simpatie di coloro che fruiscono di prog metal. Un lavoro assolutamente da riscoprire, gustandoselo al meglio dopo aver avuto modo di apprezzare anche il capitolo che lo precede.