AETHYRICK – Pilgrimage
Chiuso il ciclo del solstizio, gli Aethyrick hanno pubblicato tre dischi nel giro di tre anni, in una sorta di percorso di ricerca spirituale forgiato a colpi di black metal e passione. Dopo Gnosis e Apotheosis, nel 2022 è il turno di Pilgrimage, ennesima opera che i finlandesi rilasciano in collaborazione con la connazionale The Sinister Flame e, senza troppi dubbi, pietra miliare della loro discografia.
In giro dal 2016 e con all’attivo quattro album e tre uscite minori, non ci dovrebbe essere bisogno di presentare gli Aethyrick nel dettaglio, ma un paio di righe non fanno male a nessuno e, alle brutte, sono facilmente ignorabili. Del duo finnico non si sa praticamente nulla: Gall ed Exile sono gli pseudonimi dei musicisti dietro il progetto, ma anche i loro ruoli specifici sono secretati. L’unica notizia rilevante che passa i controlli dei servizi segreti è relativa alla fondazione, fissata al solstizio di inverno del 2016: data tutt’altro che casuale, se si accettano i presupposti per cui i Nostri seguano più o meno strettamente un percorso di ricerca magico-spirituale.
Tornando alla musica, come spiegato dalla stessa band nel suo sito, Pilgrimage è un concept album: «Il filo rosso che unisce le tracce, dalla prima all’ultima, è triplice. Il livello più esterno racconta la storia di un individuo che si taglia fuori dal sociale e dal mondano attraverso l’atto più ripugnante — l’omicidio — e va a vivere nella natura incontaminata come eremita, senza intenzione di tornare indietro; una sorta di re del suo regno, se vogliamo. Al di sotto di questo livello, è possibile leggere una descrizione poetica di un graduale cambio di percezione, con l’illusione piuttosto connaturata nell’essere umano di sé come apice della creazione che viene rimpiazzata dalla presa di coscienza dell’essere un tutt’uno con la natura. E, ancora più in profondità, gli otto momenti di un rito di fondazione radicato nella stessa tradizione che ha dato origine agli Aethyrick in primo luogo». Al netto del significato più superficiale della trama di questo concept album, il topos dell’auto-isolamento all’interno della foresta è un classico dell’animismo e dello sciamanesimo ugro-finnico. Una scelta che non sorprende, per molti versi, ma che si sposa alla perfezione con l’ermetismo proposto in precedenza dagli Aethyrick.
Sul fronte prettamente musicale, quello che Gall ed Exile propongono è forse uno dei migliori atmospheric black dell’intero Paese. Con buona pace di band quali Olio Tähtien Takana, October Falls e Kalmankantaja, gli Aethyrick sono una spanna sopra. Il mid-tempo è la loro formula preferita: nelle sezioni più quiete, il focus è sempre su voce e chitarre, la prima infuriata e nel pieno dell’estasi mistica, le seconde capaci di intrecciare arpeggi caustici e sognanti; nei momenti in cui si pesta sull’acceleratore invece i blast e i riff in tremolo investono l’ascoltatore con possanza e cattiveria, sempre plasmati in maniera tale da mantenere la caratteristica nota melodica della band.
Mentre il trittico di apertura (“The Turning Away”, “In The Chapel Of One Spirit”, “Threefold Resurrection”) riesce appieno nell’impresa di catturare l’ascoltatore, a quello finale spetta l’arduo compito di tenere alta l’attenzione fino all’ultimo secondo dopo il passaggio per il nodo centrale del pellegrinaggio, segnato dall’ottima “A Brother To The Stars”. In questa operazione, “Hallowed Bloodline” è un tassello fondamentale, ma a essere ancora più importante è probabilmente la brevissima “The Moon And Her Consort”: con i suoi due minuti e mezzo stentati, la penultima traccia del disco non è più di una sorta di preludio a “Kingdom”, alla quale si lega anche dal punto di vista dell’arrangiamento.
Nessun errore pervenuto, nessuno smacco né sbavatura segnalabili. Pilgrimage non è altro che l’ennesimo centro messo a segno dal duo finnico. Sono abbastanza certo che i fan di gente come Schammasch, Deathspell Omega e Acherontas abbiano già messo gli occhi su questo disco. Per chi se lo trovasse davanti per la prima volta, invece, l’invito è ad avventurarsi nel cuore della foresta in compagnia degli Aethyrick: il viaggio potrebbe valere la pena.