AKEPHALOS – Headless Demon Angel
Gli Akephalos, più che una band, sono il progetto del solo Brandon Boling, chitarrista e cantante statunitense. Per la pubblicazione del proprio album di debutto, intitolato "Headless Demon Angel", il Nostro si è fatto dare una mano dal chitarrista solista Russ Conder, dalla bassista Adina Blase e da una batteria programmata.
Boiling descrive la sua musica come brutal death metal e certamente ognuno è libero di inserire la propria arte nel filone che predilige. Se da un lato tuttavia alcune caratteristiche dello stile sono chiaramente presenti nei pezzi, dall'altro traspare una connessione molto più forte con il death metal morboso e malsano degli anni Novanta, nel riffing, nell'interpretazione di Brandon dietro al microfono (pur se a tratti un po' monocorde) e nella solistica di entrambi i chitarristi; quest'ultimo aspetto è inoltre uno degli elementi più interessanti del lavoro.
Se sommassimo le apprezzabili atmosfere scure e talvolta ritualistiche ("Spewed Forth From The Womb Of Hell"), le dosate intromissioni di sintetizzatore che le rafforzano e un paio di brani dal più che discreto spessore ("The Sins Of A Sadistic Priest", "Sermon Of Evil" e "Putrid Rot") alla piacevole solistica, "Headless Demon Angel" oltrepasserebbe tranquillamente la soglia della sufficienza. Peccato però che sul lungo corso il disco si ridimensioni notevolmente, riducendosi a un classico sei politico, a causa della mancanza di mordente, di alcune soluzioni compositive troppo derivative e di una fase ritmica in cui la batteria è programmata in maniera efficiente ma pagando pegno a un suono troppo artificiale e piatto.
In conclusione, "Headless Demon Angel" non è un brutto disco, piuttosto è manieristico e da ascoltare saltuariamente, perché non presenta un pezzo o un riff particolarmente memorabili. Non voglio comunque affossare gli Akephalos, perché hanno materiale su cui poter lavorare, perciò potremmo sperare in un secondo lavoro di maggiore qualità. Al momento però non mi sento di consigliarveli e il motivo credo sia alquanto semplice: c'è tanto, anche troppo, di meglio in giro.