AL-NAMROOD – Heen Yadhar Al Ghsaq
Gruppo: | Al-Namrood |
Titolo: | Heen Yadhar Al Ghsaq |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Arabia Saudita |
Etichetta: | Shaytan Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 38:54 |
Ritornano gli Al-Namrood e ogni volta che Ostron e Mephisto si muovono, non posso fare a meno di pensare alle difficoltà che registrare musica apertamente ostile all'Islam deve comportare in Arabia Saudita. Ogni volta che esce un nuovo lavoro dei Non Credenti, non posso fare a meno di pensare che, in fondo, nessuna band incarna lo spirito di totale ribellione e autodeterminismo proprio di un genere che, oggi, ha perso gran parte della sua verve anticonformista in favore della massificazione.
A ogni modo, gli Al-Namrood toccano quota quattro album completi e lo fanno con il quarto cantante: Humbaba, questo il suo nome, è con tutta probabilità il meno black metal e più folle della nutrita schiera ascoltata fino a ora. Anziché il solito scream impenetrabile, il suo cantato è piuttosto comprensibile (almeno, per chi comprende l'arabo), vario, cionondimeno sporco e malato. La traccia che porta il titolo del disco ("Heen Yadhar Al Ghsaq", ossia "When Murky Sky Appears", ossia "Quando Un Nuvoloso Cielo Appare"), dopo un lungo brano strumentale di apertura, è esemplare: sull'ormai tipico misto di black metal e strumentazioni medio orientali creato de Ostron e Mephisto, Humbaba inizia a vomitare parole nella sua lingua madre con tono asettico, ma allo stesso tempo del tutto fuori di testa. A parte questo aspetto, all'interno di "Heen Yadhar Al Ghsaq" c'è tutto ciò che ci si può aspettare da un album degli Al-Namrood: un perfetto amalgama tra folklore e black metal, un fulgido esempio di come la tradizione possa sposarsi con suoni estremi e altri rispetto a essa.
La musica, come già in precedenza, risente solo e soltanto dei limiti tecnici oggettivi cui la formazione si trova davanti: la cronica mancanza di un batterista, sostituito da un discreto lavoro di drum machine, e l'evidente assenza di uno studio di produzione degno di questo nome. Come sempre, i Non Credenti si occupano in tutto e per tutto di registrazione, missaggio e masterizzazione, e i suoni sono quello che sono: sporchi, ruvidi, asciutti ed essenziali. Un aspetto negativo? Forse, ma allo stesso tempo un evidente marchio di fabbrica delle produzioni targate Al-Namrood. La diffusione, invece, avviene ancora una volta sotto l'egida della Shaytan Productions, ormai legata a doppio filo al nome della formazione saudita.
L'illustrazione, opera di Luciferium War Graphics, rappresenta il plumbeo cielo che dà il titolo all'album: un cielo sotto il quale gli Al-Namrood vivono costantemente, ma che non impedisce loro di continuare a diffondere il proprio messaggio caparbiamente e senza esitazioni.
Sono riuscito ad ascoltarlo solo ora, si confermano un’ottima band. Purtroppo il nuovo cantante non mi fa impazzire, e in ogni caso penso che “Estorat Taghoot” rimanga il loro lavoro migliore.