Alkuharmonian Kantaja - Shadowy Peripherals | Aristocrazia Webzine

ALKUHARMONIAN KANTAJA – Shadowy Peripherals

Gruppo: Alkuharmonian Kantaja
Titolo: Shadowy Peripherals
Anno: 2021
Provenienza: Finlandia
Etichetta: I, Voidhanger Records / Korpituli Productions
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TRACKLIST

  1. Shadowy Peripherals
  2. Oceans Of Senses
  3. Harbinger (Of The Fallen Hearts)
  4. Hounds Of Man
  5. The Hands Of The Nebulah
  6. I Am Of The Beholder
  7. Past The Final Winter
DURATA: 41:28

Direttamente dalla Finlandia arriva il debutto degli Alkuharmonian Kantaja, formazione dedita a un black metal sperimentale, avanguardistico e progressivo. Shadowy Peripherals, il primo frutto della fatica del trio, non è certo però lo sforzo di tre principianti. I musicisti, infatti, arrivano da varie esperienze pregresse nel panorama estremo underground. In particolare J. Usurper, che degli Alkuharmonian Kantaja è la mente principale, milita in progetti di sicuro interesse come Iku-Turso, Khanus e Korpituli. Fatta questa piccola premessa, non deve sorprendere che la nostrana I, Voidhanger Records non si sia fatta sfuggire l’occasione di pubblicare questo album, in collaborazione proprio con Korpituli Productions (gestita dal già citato J. Usurper).

La mission degli Alkuharmonian Kantaja, in realtà, è chiara sin dalle prime battute. I Nostri non si nascondono dietro un dito, cercando di tributare quella prima ondata di black metal norvegese sperimentale che si rifà in modo netto a band quali Ved Buens Ende e, in misura minore, Fleurety, Arcturus e primi Solefald. Il black metal di Shadowy Peripherals, insomma, va a fondersi con elementi esterni, in particolare jazz (“Hounds Of Man”) e progressive, con interessanti sezioni di tastiera (“Past The Final Winter”). Le qualità compositive del trio sono dunque evidenti e giocano molto sulle capacità di ricreare l’atmosfera proposta dalle band nominate. Ad aggiungere un piccolo tocco di originalità c’è anche la prova vocale di J. Usurper, molto teatrale e che per certi versi mi ha ricordato gli Urfaust. Nel complesso, quindi, il problema che potrebbe sorgere dall’imitazione di un sound ben preciso è in realtà un dubbio che va a decadere: questo avviene perché gli Alkuharmonian Kantaja riescono, almeno in parte, a smarcarsi dall’ombra ingombrante dei giganti da cui sono influenzati.

Shadowy Peripherals è dunque un disco che scava nel passato, che dissotterra e fa sue delle cose già dette, quasi come se si riappropriasse di un vestito di seconda mano e lo rimettesse a nuovo. Il che, di base, non è affatto un male: la sfida degli Alkuharmonian Kantaja sembra quasi quella della ricerca di originarietà e non originalità, recuperando una tradizione rispettata ma mai troppo imitata o diffusa. Shadowy Peripherals rappresenta un modo per ridare lustro a quella stessa tradizione, riportandola alla luce e dandole nuova linfa. La prima fatica del trio finlandese è perfettamente in grado di sopportare questa eredità e, potenzialmente, di espanderla ancora. Spetterà quindi ai prossimi lavori regalarci tutte le conferme del caso.