AMESOEURS – Amesoeurs
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Gruppo: | Amesoeurs |
Titolo: | Amesoeurs |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Code666 Records / Profound Lore |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 58:21 |
"Amesoeurs": titolo enigmatico, che nasconde il destino di questa omonima band. Essere unico in una scena ormai in collasso, in continua involuzione e dalle sperimentazioni molte volte mal riuscite. La creatura di Neige ritorna con il suo primo e ultimo album a distanza di tre anni da "Ruines Humaines", opera che aveva ricevuto più di un consenso da addetti ai lavori e soprattutto dal pubblico, riuscendo con il suo mix unico di black metal, post-punk e shoegaze a far parlare di sé in maniera positiva.
Anche qui gli ingredienti del passato vengono rimescolati e amalgamati in maniera ottimale, non riuscendo però a soddisfare appieno come "Ruines Humaines". Non significa certo che l'album sia brutto, anzi, questo è un disco che da solo vale quante intere discografie di band molto più blasonate, solo che non c'è più la magia riscontrabile nel lavoro precedente; che tutto questo sia forse dovuto ai problemi interni tra Neige e Audrey? Quello che risalta subito all'orecchio comunque è la produzione cristallina, che mette in risalto ogni singolo elemento, come la chitarra distorta di Neige e il basso vellutato di Audrey, fino alla prestazione dietro le pelli di Winterhalter, probabilmente il migliore in assoluto in questa uscita.
La pecca più grande dell'intero disco, però, è la troppa eterogeneità che ne fuoriesce. Se le canzoni di stampo post-punk sono a dir poco meravigliose (come "Faux Semblants" oppure "Video Girl"), quelle più black-metal ne escono fuori in maniera peggiore al confronto, complice anche una prestazione di Neige non all'altezza dei suoi standard. Se i suoi vocalizzi, da sempre aspri e acuti, erano stati un tratto caratteristico del suo scream, in questo lavoro sembrano innaturali e frutto di uno sforzo eccessivo, risultando abbastanza sgradevoli all'udito.
Alla fine, ciò che rimane al termine del cd dopo quasi un'ora di musica sono due cose: delusione e amarezza. La prima è dovuta alle troppe pretese e aspettative che il sottoscritto si era fatto per questo album, che non è male, ma che non riesce comunque a essere definibile un capolavoro assoluto, mentre la seconda è dovuta alla fine prematura di questo magnifico progetto, arrivato ormai al termine del suo cammino e che non potrà (almeno per ora) dare alla luce un nuovo lavoro.