ANAGRAM TO ANNA – God, Me & Monsters
Gli Anagram To Anna sono la prima band entrata a far parte del roster della Visceral Laments, sotto-etichetta costola della più navigata Endless Winter, dedita a produrre album che appartengono al mondo doom, ma non di natura funeral o estrema in genere. Il duo ucraino formato da Anna (voce, tastiere e flauto) e Aleksandr (chitarra e basso) debutta con "God, Me & Monsters": una prestazione ascrivibile internamente al filone sinfonico, tuttavia ben lontana dall'esternare le proprie sensazioni tramite voluttuosi gorgheggi vocali e soluzioni zuccherose o particolarmente voluminose nelle costruzioni tanto di moda odiernamente; pensate agli Epica, ultimi Tristania o ai Within Temptation.
Il suono è distante da qualsiasi forma di strumentalizzazione commerciale, al contrario è costantemente cupo, pesante e in varie circostanze si ha l'impressione che il feeling rilasciato dai pezzi sia similare a quello insito in progetti in cui il cadere verticalmente verso il vuoto trascinati da più ombre è una costante; un po' come avviene nelle canzoni di Leandra (Ophelia Dax) o Emilie Autumn. La band si muove su di un territorio discretamente vasto, alternando frangenti eterei ad altri che pare vogliano schiacciare la speranza, passandole sopra come un rullo compressore, e altri ancora nei quali la malinconia si pone in rilievo assumendo connotazioni grigiastre non così fitte, grazie all'uso della strumentazione extra-metal (flauto, violino e violoncello, probabilmente programmati) che la rende maggiormente languida. Su tali basi poi si va a poggiare il cantato di Anna, alle volte delicato e obliante, altre enfatico e ammaliante.
"God, Me & Monsters" è un album discretamente maturo e le canzoni che ne compongono la parte iniziale e centrale ("Inside Our Graves, The Silent Whisper", "The Perverted Consciousness", "Dog Soul Carnival" e "He Thought He Was God") confermano tale impressione, resta però da capire il perché odiernamente si tenda spesso ad allungare il brodo più del dovuto (come capita a esempio nella traccia conclusiva "Finally They Came") e soprattutto c'è da comprendere quale sia la reale direzione da intraprendere. Per quanto sia apprezzabile la mutazione in corsa, facendo fluire l'animo darkwave nelle composizioni, esso non è stato ancora del tutto assimilato, lasciando così alcuni sprazzi d'incertezza.
Tirando le somme, si può dire che sia gli Anagram To Anna che la loro etichetta abbiano mosso bene i primi passi e nell'attesa di vedere e ascoltare ciò che sapranno produrre in futuro, non rimane che tenerli d'occhio.