...And Oceans - As In Gardens, So In Tombs | Aristocrazia Webzine

…AND OCEANS – As In Garden, So In Tombs

Gruppo: …And Oceans
Titolo: As In Gardens, So In Tombs
Anno: 2023
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Season Of Mist
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TRACKLIST

  1. As In Gardens, So in Tombs
  2. The Collector And His Construct
  3. Within Fire And Crystal
  4. Carried On Lead Wings
  5. Likt Törnen Genom Kött
  6. Cloud Heads
  7. Wine Into Water
  8. Inverse Magnification Matrix
  9. The Earth Canvas
  10. Ambivalent God
DURATA: 50:10

A tre anni di distanza dal furioso Cosmic World Mother, gli …And Oceans tornano a farsi sentire con un nuovo album intitolato As In Gardens, So In Tombs che vede una formazione invariata fatta eccezione per il bassista Sekkula rimpiazzato da Pyry Hanski, senza particolari sconvolgimenti a livello tecnico. La band dall’Ostrobotnia ci ha abituato a non dare mai per assodato il sound di ogni nuova pubblicazione favorendo la curiosità e la volontà di evoluzione rispetto alla coerenza stilistica. L’album precedente ci aveva infatti sorpreso non solo con l’abbandono completo delle sonorità cyber-industrial che popolavano la produzione del sestetto finlandese durante gli anni 2000, svolta che portò addirittura a un cambio di nome per un singolo album sotto il monicker Havoc Unit, ma anche con l’esibizione di un livello di aggressione ed esplosività più affine ai Marduk al top della forma che a qualsiasi pregresso oceanico.

As In Gardens, So In Tombs si avvale dello stesso grafico, Adrien Bousson, ma in luogo della gelida schiera di lame e ingranaggi puntati contro il mondo umano e spirituale di Cosmic World Mother questa volta ci troviamo al cospetto di una sorta di figura divina composta di temi scientifico-geometrici che attira figure umane in un rapimento estatico. Il mood viene ripreso anche nei testi, che lasciano ancora da parte la rabbia antireligiosa fino all’iconoclastia del periodo industrial e portano avanti le tematiche mistico-oniriche prese in esame nel 2020.

Musicalmente le coordinate non sono variate eccessivamente, tuttavia chiedere agli …And Oceans un album identico al precedente sarebbe follia. As In Gardens, So In Tombs riprende sonorità che risalgono addirittura agli esordi di The Dynamic Gallery Of Thoughts attraverso una lente frutto di decenni di esperienza. L’approccio old school è evidente a partire dall’incipit che riprende il titolo dell’album: un eco di tastiere alla Limbonic Art ci catapulta in un turbinio di puro black metal melodico e glaciale, sinfonico ma mai appesantito da troppi drappeggi orchestrali, in cui la voce principale è quasi sempre affidata al tremolo di chitarra mentre lo screaming di Mathias Lillmåns (più noto come Vreth nei compatrioti Finntroll) risulta particolarmente declamatorio. Ogni canzone può comunque essere canticchiata prescindendo dalla voce e risulterà completa per melodie e accompagnamenti.

Lungo i cinquanta minuti di As In Gardens, So In Tombs si alternano violente sfuriate, pause atmosferiche affidate alle tastiere e momenti evocativi ed epicheggianti. L’equivalente visivo potrebbe essere quello di un ipotetico viaggio spaziale che tocca punti di gelido cosmo privo di qualsivoglia luce e passa vicino a corpi celesti radiosi ma mai accoglienti o rassicuranti. La registrazione è stata anche questa volta affidata a diversi studi per i singoli strumenti, tuttavia il risultato finale offre un’impressione di grande coesione, non cadendo nella trappola del sovraincidere tracce a oltranza. La produzione finale si attiene ai dettami del metallo nero degli anni ’90 e non ripulisce troppo il mix, così ogni strumento ottiene il giusto spazio e non c’è traccia di sbavature. Nel corso dell’ascolto è inevitabile essere visitati da spettri di grandi nomi quali Dimmu Borgir, i succitati Limbonic Art o addirittura gli Emperor di In The Nightside Eclipse ma senza mai poter puntare nulla di preciso, con l’eccezione di “Inverse Magnification Matrix” che fin dal titolo potrebbe essere uscita dalla penna dello Shagrath di Spiritual Black Dimensions. Menzione d’onore per il singolo apripista “Cloud Heads” che riesce in quattro stringati minuti a condensare tutta l’essenza delle melodie evocative e della rabbiosa minaccia cosmica quasi lovecraftiana che pervade l’intero album.

Nel complesso, l’impressione finale è di essere davanti a un’opera ben rifinita, che suona cruda per dichiarazione di intenti e non per trascuratezza, che fotografa una band finalmente tornata in forma e sicura nella propria evoluzione sonora. Non si grida al capolavoro, tuttavia è indubbio il valore delle composizioni e del lavoro nella sua interezza. Gli …And Oceans difficilmente arriveranno mai ai vertici del black metal, ammesso che vogliano farlo, ma sono degnissimi rappresentanti di un sottobosco sinfonico in piena salute e sono pronti a soddisfare ogni brama degli appassionati.