ANGELLORE – La Litanie Des Cendres
Gruppo: | Angellore |
Titolo: | La Litanie Des Cendres |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Shunu Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 58:32 |
Arriva il pacchetto contenente le ultime due uscite di Shunu Records, etichetta di stanza a Göteborg ma gestita da personalità italiane, ed è subito evidente la grande cura riposta nel confezionamento degli album in questione. Apro il bel digipak del secondo lavoro degli Angellore e rimango stupito dal livello di finezza e dettaglio: tre pannelli letteralmente apribili contengono una prosecuzione della copertina e, al loro interno, cartoline di cartoncino con testi e informazioni di produzione su un lato, più foto e illustrazioni sull'altro. L'approccio ricorda da vicino quello utilizzato da I, Voidhanger, ma si spinge oltre e raggiunge livelli davvero inusuali. Bello. Resta da scoprire se la musica mantiene le aspettative, a questo punto molto alte, create dalla custodia.
Bene, tenetevi forte, perché "La Litanie Des Cendres" (la litania delle ceneri) è un disco bellissimo. La classificazione sbandierata da band ed etichetta questa volta non mente: «atmospheric post-doom metal» racchiude perfettamente e completamente ciò che gli Angellore hanno registrato in quasi un'ora di musica. I toni sono dolci ma malinconici, la chitarra è sempre presente, tuttavia il lavoro del trio di Avignone si basa molto di più sulle atmosfere, sulle tastiere e su aggiunte quasi orchestrali che non sul canonico riff; una sensibilità molto gotica sgorga a più riprese dai cinque brani e rende un accostamento alla vena più melliflua del doom (Draconian in primis) affatto fuori luogo. I Nostri rileggono però la materia in chiave ancor più melodica e decisamente post-, abbandonandosi a strutture molto più lunghe dove anche gli archi trovano grande spazio (la conclusiva "Moonflower" segna qualcosa come diciotto minuti e avanzi), mentre le sensazioni e le atmosfere si fanno ben più solari e quasi ottimiste rispetto a quanto ci ha abituato il genere.
Gli Angellore sono poi bravissimi a mescolare tutti i diversi spunti e a trarne risultati organici e naturalissimi: voci femminili, voci maschili, cori, growl, chitarre, tastiere, organi, batteria, basso, violini, sintetizzatori; il campionario è vasto ed elaborato con una maestria propria di pochi. A lasciare stupiti oltre ogni dire però resta il fatto che "La Litanie Des Cendres" è un disco facile. A dispetto del genere, della mole di input e della lunghezza, il gruppo ha scritto delle vere e proprie canzoni, addirittura ritornelli e melodie che ti entrano in testa e ti ritrovi a canticchiare, evitando di scadere in inutili sperimentalismi, assorbendo dal post-metal solo determinati aspetti (lunghezza, varietà e pulizia d'esecuzione) ma abbandonando del tutto le trame intricate fini a se stesse. Il risultato è un lavoro che avrebbero potuto registrare i Sentenced… se avessero fatto atmospheric post-doom. Ok, ora esagero, ma ci siamo capiti.
Conclude il tutto una produzione cristallina, perfetta e calibrata al micron, calda e corposa, in grado di esaltare l'insieme e il singolo dettaglio, a opera della band e del collaboratore di lunga data Florent Krist, già al lavoro sul debutto "Errances" (2011). Il mastering invece è stato affidato alle sapienti mani della nostra vecchia conoscenza Markus Skroch dei compianti Hel. Angellore, "La Litanie Des Cendres", la perla inaspettata dell'anno. Meraviglioso.