ANTHRAX – Spreading The Disease | Aristocrazia Webzine

ANTHRAX – Spreading The Disease

 
Gruppo: Anthrax
Titolo: Spreading The Disease
Anno: 1985
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Island Records
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TRACKLIST

  1. A.I.R.
  2. Lone Justice
  3. Madhouse
  4. S.S.C. / Stand Or Fall
  5. The Enemy
  6. Aftershock
  7. Armed And Dangerous
  8. Medusa
  9. Gung-Ho
DURATA: 43:47
 

Anno 1985: ne è trascorso solo uno dal debutto col botto "Fistful Of Metal" e gli Anthrax devono vedersela con le prime defezioni: sia Neil Turbin (voce) che il mitico Danny Lilker (basso) abbandonano per seguire altri progetti. Al loro posto entrano due personaggi che diverranno colonne storiche del marchio Anthrax: Joey Belladonna al microfono e Frank Bello al basso.

Grazie a questi ingressi e a una formazione rimanente rodata ed esplosiva, viene composto quello che per molti è il loro capolavoro, quello "Spreading The Disease" che riesce a coniugare fattezze heavy, speed e thrash metal con una naturalezza disarmante e con la prova dell'allora debuttante Joey superiore a ogni più rosea aspettativa. E così si scivola dentro un mondo che è fatto di velocità e ritmiche da headbanging, in un disco nel quale il richiamo all'heavy più classico di matrice NWOBHM si fa evidente, amalgamandosi alla perfezione con il modo di comporre della band.

Chi non ha mai canticchiato "A.I.R." o la successiva "Lone Justice"? "Madhouse" ci mostra invece un gruppo che si mette in gioco con un testo impegnato, trattandolo con l'umorismo pungente da sempre punto forte dei ragazzi newyorkesi, ma è nella parte centrale della scaletta che ci viene riservato il meglio, con "S.S.C. / Stand Or Fall", "The Enemy", "Aftershock" e "Armed And Dangerous" (quest'ultima probabilmente è la traccia migliore del lotto), modellando una prestazione al di fuori dal comune e una serie di quattro pezzi che esprime appieno il valore di questa storica realtà. Per quanto standard e poco elaborata nel suo sviluppo, "Medusa" prende l'ascoltatore, lasciando che sia l'assassina "Gung-Ho" a far ripartire l'headbanging sfrenato che conduce alla fine dell'album.

"Spreading The Disease" è un'opera di un'era speed-thrash che non esiste più e di cui si sente la mancanza ed è consigliata ai più per avvicinarsi al genere. Istituzione!