ANUBI – Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis
Gruppo: | Anubi |
Titolo: | Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis |
Anno: | 1997 |
Provenienza: | Lituania |
Etichetta: | Danza Ipnotica Records |
Contatti: | non disponibili |
TRACKLIST
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DURATA: | 54:06 |
«Quando La Morte Chiuderà Gli Occhi Alla Luna Piena»: un titolo emblematico presentato e accompagnato da un bellissimo dipinto del carismatico cantante e talentuoso pittore, tragicamente scomparso nel marzo del 2002, Lord Ominous (chiaramente ispirato dall’altrettanto penetrante e meraviglioso “Wintermondnacht” dell’artista espressionista tedesco Ernst Ludwig Kirchner). Questo raffigura l’Oscura Signora immersa in una natura selvaggia, dall’aura tetra e dinamica, nell’istante successivo in cui ha rubato furtivamente gli occhi alla luna piena, splendente e solitaria nel suo vanitoso manto madreperlaceo, in un ardente crepuscolo vivo, pulsante di rosso sangue.
Il livello di sperimentazione, padronanza dei mezzi e creatività degli Anubi ha dell’incredibile: il loro sofisticato e avantgarde metal ci proietta in una dimensione bizzarra, intrisa di psichedelia, arcana, distante e senza tempo se non sperduta nel tempo stesso. Un continuo di sensazioni, eventi, colori, in un’ininterrotta spirale di simultaneità tipicamente espressionista. Gli streganti canti del Poeta Imbalsamatore Lord Ominous, a tratti affogati in veri e propri deliri teatrali (“Savo Kelyje”), a volte più cauti e ipnotizzanti come in “Folklorine Daina Apie Mirti” (ma senza mai perdere la loro tipica vena di follia improvvisa di fondo), vengono alternati da graffianti scream che celano anatemi.
Le chitarre spezzettate e guizzanti di Thoth e Mr. Harm mantengono i legami con la tradizionale crudezza e affilatezza del black metal, e in certe occasioni si cimentano in sporadici duelli con l’ukulele sbronzo in “Gyvenimo Kritima Dovanosim Krankliui”, cedendo poi il posto a ben più sobrie, liquide e raggelanti chitarre acustiche dal sapore squisitamente folk della bellissima e melanconica “Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis II”, probabilmente ambientata in una qualche sperduta vallata fra venti laceranti, impetuose nevicate bianco latte notturne e i solitari fuochi dell’inverno, accompagnati da un caldo violino gitano. I folli inserti di pianoforte cabaret di Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis e gli archi sognanti, malinconici e ammalianti in “I Nauja Galybe” concedono volentieri delicati duetti assieme a un effimero sax, che spesso si lancia in timidi capolini sgangherati. Con l’oscuro e atmosferico ambient rituale di “Tarp Akmens Ir Veidrodžio” la solenne cerimonia si conclude, lasciando l’ascoltatore in uno stato di trance, ancora scandito lontanamente dai trilli di sinistre campanelle e dalla voce dello sciamano Lord Ominous, che riecheggia in lontananza dal sinistro tramonto.
Kai Pilnaties Akis Uzmerks Mirtis è un capolavoro maturo e intelligente, ancora ingiustamente misconosciuto e/o volutamente lasciato cadere nell’oblio del dimenticatoio, sppur non destinato a tutti i palati, fra cui i vari puristi del black metal o gli allergici alle sperimentazioni più disparate. Un’autentica perla di rara bellezza e dalla corazza non facilmente accessibile, ma che una volta scoperta rivela tutto il suo immenso splendore.