AORNOS – Orior
In un mondo che procede a velocità sempre più elevate, nei ritmi di vita così come nella comunicazione delle informazioni, la capacità di sintesi è una qualità fondamentale, necessaria per non rendere la realtà ulteriormente ridondante e per arrivare con efficacia al destinatario. Aornos, realtà black metal bulgara creata dal solo Algras nel 2014, non sempre riesce a mettere in pratica questo proposito nel suo disco di debutto "Orior".
Il Nostro propone un black metal sinfonico vorticoso, basato su composizioni lunghe e articolate, che prende le mosse dalle cavalcate furiose degli Emperor (di cui viene proposta la cover di "Ensorcelled By Khaos") e dai Cradle Of Filth per certe atmosfere più gotiche. L'impronta del disco è chitarristica, con un riffing nervoso e impetuoso, comprensiva inoltre di vari momenti solisti. I tappeti di tastiera presenti disegnano sobri scenari di volta in volta più sontuosi, eleganti o cupi, senza mai degenerare in ampollosità. Per quanto riguarda le soluzioni vocali invece Algras è sufficientemente dinamico nell'interpretare i pezzi, variando diversi approcci fra screaming arcigno piuttosto decifrabile, cantato pulito e filtrato, prendendosi anche lunghe pause in cui lascia spazio alla strumentazione.
Come accennato, la prima debolezza di "Orior" risiede nelle lungaggini eccessive che lo appesantiscono, facendo calare attenzione e interesse nella seconda parte della scaletta. In primis il minutaggio complessivo è esagerato rispetto a quanto Algras è in grado di offrire odiernamente, attestandosi oltre l'ora. I numerosi intermezzi (tre, più intro) da un lato sono obiettivamente utili per rifiatare, ma dall'altro musicalmente poco significativi o addirittura scialbi, a eccezione dell'arpeggiato e acustico "Desertus", semplice ed efficace. La sensazione che non esista uno sbocco preciso per il fiume di note suonato è non si presenta così raramente, fortunatamente sul finale "Ensorcelled By Khaos" risolleva le sorti dell'album, indicando la via verso cui gli Aornos dovrebbero tendere: facile a dirsi, direte voi… In aggiunta a tutto ciò, la produzione gioca nettamente a sfavore, carente e inadeguata, impedisce di comprendere le sfumature di ciò che viene suonato e penalizza oltremodo la batteria (programmata), oppressa e impossibilitata ad alcuno spunto incisivo: potenza e nitidezza sono assenti ingiustificate.
Al momento Aornos è un progetto ambivalente con evidenti lacune da colmare, intrigante nelle intenzioni ma laborioso nello svolgimento. Gli amanti di un certo modo di intendere il black metal sinfonico, oggi dimenticato, potrebbero comunque iniziare a seguirlo, a patto che il successore di "Orior" punti sull'incisività delle soluzioni adottate e non solamente sul loro mero numero. Intanto l'ascolto è possibile sulla pagina Bandcamp di Symbol Of Domination (sotto-etichetta di Satanath Records), che ne ha curato il rilascio insieme a Black Plague Records.