APATHIA / INFAMOUS – Celebrating The Fall Of Humanity
Gruppo: | Apathia / Infamous |
Titolo: | Celebrating The Fall Of Humanity |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Obscure Abhorrence Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 32:55 |
Poco tempo fa ho incrociato su Facebook una mappa che rappresentava il numero di gruppi metal per abitante in Europa (compresi quelli inattivi), realizzata dal sito web Jakub Marian's, dedicato all'apprendimento delle lingue, alla scienza e alle arti, utilizzando come fonte Metal Archives. La Scandinavia domina il panorama, con la Finlandia a quota 630 band per milione di abitanti, la Norvegia a 428 e la Svezia a 299. L'Italia si difende con 97, mentre la Germania si attesta a 122, la Gran Bretagna a 68 e la Grecia a 162; il valore degli U.S.A. è di 72. Questo preambolo mi serve per esprimere un concetto scontato: quantità non significa per forza qualità, così come underground non è sempre sinonimo di album interessanti o degni di essere ascoltati, al contrario talvolta fa rima con improvvisazione e banalità.
Per mia e vostra fortuna ho messo le mani sullo split "Celebrating The Fall Of Humanity", ennesimo esemplare di opera che giunge dal sommerso ma che per qualità musicale e di realizzazione a 360° non ha nulla da invidiare ai grandi nomi del settore black metal. Le due formazioni italiane protagoniste sono Apathia e Infamous: ho conosciuto i primi ai tempi dell'ottimo demo "Through Depression And Ruins", intorno al 2009, agli albori della nostra webzine, periodo in cui Myspace imperava; i secondi invece sono ormai una presenza fissa e sempre gradita da queste parti. La prima edizione di questa collaborazione uscì lo scorso autunno in formato musicassetta per Magma Pure Underground, mentre quest'anno Obscure Abhorrence Productions ha rilasciato la versione cd, che è quella in mio possesso e gentilmente inviatami dal disponibile S.A.
Gli Apathia occupano i primi tre quinti della scaletta: li ricordavo vicini al filone depressive-suicidal a livello musicale, tuttavia nel libretto ne prendono le distanze, definendosi come «negative black metal», così come effettivamente dimostrano le note. La loro musica disegna scenari apocalittici, nei quali l'odio e il disprezzo generati nei passaggi più veloci — anche per merito dello scream lacerante e viscerale di N. — sfociano in frangenti più solenni e tragici il cui eco mi rimanda per assonanza alle atmosfere rovinose dei primi Void Of Silence; certamente meno oppressive e al netto dell'evidente differenza stilistica. L'ascoltatore viene così travolto da un unico flusso inarrestabile e poderoso, a prima vista monolitico ma che nasconde sotto la superficie dettagli sfaccettati, come per esempio le melodie fra il gothic dei Katatonia di "Brave Murder Day" e i Nyktalgia presenti in "Weltschmerz" o alcune variazioni vocali. L'unico piccolo neo da rilevare risiede nella drum machine, che inevitabilmente perde qualche colpo quando i ritmi si alzano e in generale non offre suoni dalla qualità invidiabile; nulla però di troppo fastidioso.
Infamous e il suo deus ex machina S.A. — accompagnato nell'occasione da Cold ai sintetizzatori — propongono due brani, il primo dei quali datato 2013. "Hidden In The Forest" è una lunghissima composizione che si allontana dallo stile «torrido» e denso normalmente appannaggio del Nostro, in favore di ritmi allentati quasi doom, cori litaniaci in voce pulita (che affiancano il classico scream carico di effetti) e un riffing meno astioso. L'atmosfera generale si sposa bene col titolo: l'ingresso nel bosco avviene in maniera delicata, grazie a una introduzione acustica e arpeggiata, dopodiché lo scenario diviene meno nitido, a tratti soffocante, ostile e aspro, non più accogliente, mentre il finale è più in linea con alcune soluzioni melodiche adottate in "Rovine E Disperazione"; la mia mente richiama alla memoria un pezzo come "Buried Among Skeletal Woods" dei Beatrìk. "Fading Away" invece è una canzone acustica carica di tedio, basata su arpeggi ripetuti e note di tastiera malinconiche, con lo scream in sottofondo. Al di là delle mie preferenze per un'uscita piuttosto che un'altra, il Sardo continua a stupirmi, maneggiando gli stilemi classici del black metal in maniera fluida e sempre efficace.
Oltre a possedere buona musica e in più che discreta quantità (oltre trenta minuti), questo split è corredato di una splendida e azzeccatissima copertina dai toni tragici, opera del pittore, incisore e illustratore romantico inglese John Martin e intitolata "La Distruzione Di Pompei Ed Ercolano". La scena è una sorta di inferno in Terra, dove la speranza è assente e il fuoco purificatore ha ormai sommerso in maniera grandiosa l'umanità intera. La musica degli Apathia pare rappresentare il punto di vista di chi si gode l'annientamento della stirpe di Adamo ormai corrotta da lontano, mentre Infamous mostra una maggiore partecipazione emotiva all'evento e un certo raccoglimento su se stesso, in una meditazione sofferta.
L'abilità di entrambi i gruppi risiede nel saper costruire composizioni articolate ma mai pretenziose, totalmente affini ai dettami del black metal eppure interessanti e non banali. Il fuoco della passione e l'urgenza creativa bruciano davvero all'interno di Apathia e Infamous: "Celebrating The Fall Of Humanity" è una perla che merita la vostra attenzione.