Aquilus - Bellum I | Aristocrazia Webzine

AQUILUS – Bellum I

Gruppo: Aquilus
Titolo: Bellum I
Anno: 2021
Provenienza: Australia
Etichetta: Blood Music
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TRACKLIST

  1. The Night Winds Of Avila
  2. Into Wooded Hollows
  3. Eternal Unrest
  4. Moon Isabelline
  5. The Silent Passing
  6. Emberd Waters
  7. Lucille’s Gate
  8. Empyreal Nightsky
DURATA: 01:01:31

Quando a fine gennaio 2021 Waldorf, la mente e il corpo dietro la one man band australiana Aquilus, ha annunciato en passant, come se stesse parlando del tempo, che il nuovo disco era in fase di mastering, a momenti mi veniva un infarto. Dieci anni di silenzio musicale erano trascorsi dalla pubblicazione del superbo Griseus e mi ero chiesta più volte quanto ci sarebbe stato ancora da attendere prima che il nuovo materiale vedesse la luce. A febbraio poi è seguita la comunicazione in merito all’etichetta, la finlandese Blood Music, e al titolo, Bellum I. Nulla si sapeva ancora invece in merito alla data di uscita, comunicata qualche mese più tardi e prevista per lo scorso dicembre.

Nonostante l’hype a mille e l’ottimistica certezza che si sarebbe trattato di un bel disco, da una parte c’era il comprensibile timore che niente di eccessivamente bello e di valore potesse seguire quella splendida bestia di Griseus. Insomma l’annuncio di Bellum I si era tramutato in un’arma a doppio taglio in piena regola. Poi il disco è uscito e prima ancora di averne terminato l’ascolto lo avevo già inserito nel carrello. Un gioiello, una bomba vera. Un’ora di black metal neoclassico in cui compaiono archi e un pianoforte, con lievi striature folk e intenzioni che non posso non definire prog, Bellum I è uno splendido lavoro che musicalmente non ha senso paragonare col predecessore, mentre a livello qualitativo siamo probabilmente appena un pelino sotto. Manca forse quell’elemento che fa cadere la mascella a terra, però personalmente gli occhi a forma di stellina mi sono venuti lo stesso.

Non dobbiamo inoltre farci ingannare dalla durata, perché l’album scorre che è un piacere e cresce a dismisura con gli ascolti, pur lasciando il segno già col primo. Personalmente lo avrò ascoltato sette o otto volte e mi sembra sempre più maestoso, elaborato e ricco man mano che lo faccio ripartire. Le sequenze black a volte spiccano più di quelle neoclassicche, a volte vi si fondono, per un risultato ricco di progressioni tra passaggi più estremi e altri intensi e delicati. Tra i brani più maestosi devo citare necessariamente “Eternal Unrest”, “Lucille’s Gate” (che è anche il secondo singolo estratto) e la vera e propria suite melodica “Empyreal Nightsky”, delicata, malinconica e ricca di suspence. I pezzi strumentali sono in effetti ben tre in totale, cosa che non sorprende trattandosi di Aquilus: spero di aver suscitato abbastanza curiosità affinché decidiate di scoprire autonomamente quali sono.

La prima cosa che mi sono chiesta una volta annunciato il titolo del disco è se quel I fosse un pronome personale inglese, mescolato al latino di bellum, oppure se fosse un numero ordinale. Un post Facebook a proposito del disco sorella (curioso che venga inteso al femminile) Bellum II, quasi in fase di missaggio, ha chiarito i miei dubbi e, che ve lo dico a fare, sollevato l’hype ancora di più. Credo che parleremo nuovamente di Aquilus prima del previsto visti i presupposti, anche se per quanto mi riguarda sono così fomentata che sarei disposta ad aspettare anche altri dieci anni se mi venisse garantito un disco dello stesso calibro di Bellum I.