ARENNA – Beats Of Olarizu | Aristocrazia Webzine

ARENNA – Beats Of Olarizu

 
Gruppo: Arenna
Titolo: Beats Of Olarizu
Anno: 2011
Provenienza: Spagna
Etichetta: Nasoni Records
Contatti:

Facebook  Twitter  Youtube  Bandcamp

 
TRACKLIST

  1. Morning Light
  2. Receiving The Liquid Writings
  3. Fall Of The Crosses
  4. Eclipse
  5. The Strangest Of Lives
  6. Metamorphosis In Ic [0,9168 g/cm3]
DURATA: 01:08:15
 

A furia di ascoltare dischi stoner, negli ultimi due anni sono addiritturaarrivato a chiederm se sia: meglio un pomeriggio a base di suono desertico settantiano o una bella scopata. Ebbene vi posso dire che in certi momenti il risultato è stato in bilico. E adesso non sparate le solite battutine, lo so che non siete tutti dei Rocco Siffredi pronti all'azione.

Ennesimo album nel lettore ed ennesimo orgasmo sonoro: è la Spagna nella figura degli Arenna a portare una dose estrema di godimento al sottoscritto con "Beats Of Olarizu". Che vi devo dire, questi ragazzi sono finiti sotto l'ala della Nasoni Records: non era già questo un motivo per dar loro un ascolto preventivo? Decisamente sì, se poi ti ritrovi fra le mani un lavoro che suona come una miscela altamente chimica di Black Sabbath e Kyuss, a cui potrete aggiungere una lista di nomi sconfinata, ma che non vi annoierebbe neanche di striscio. L'unica cosa da fare è quella di alzare il volume talmente alto da far incazzare giustamente il vicino e accompagnare il tutto con un paio di drink per darsi una sveglia completa.

Gli Arenna non inventano una emerita mazza, tuttavia sono davvero fantastici, assornemdoci in un mondo che qualsiasi appassionato delle sonorità stoner deve conoscere a menadito. Le prime tre tracce ("Morning Light", "Receiving The Liquid Writing", "Fall Of The Crosses") e la quinta ("The Strangest Of Lives") sviscerano ritmiche, soluzioni acide e piglio classico in dote alle uscite del genere, risultando però genuinamente fresche e intraprendenti. Sono però i capitoli in cui la durata diventa massiccia e maggiormente espansa a elevare di molto al di sopra della media "Beats Of Olarizu".

"Eclipse" è un sogno, la mente si distacca dal corpo, fluttuando nel cosmo, con un uso strepitoso delle chitarre acustiche e dell'organo Hammond che ne estendono in maniera tentacolare le radiazioni sensoriali. Pura magia che si contrappone alla ciclicità ipnotica e incatenante di "Metamorphosis In Ic [0,9168 g/cm3]", in cui sono gli echi e le sonorità viranti in zona drone ad apportare ulteriore varietà e a-dimensionalità a un disco capace di muoversi su più piani emotivi e sempre acchiappanti.

Cosa manca a "Beats Of Olarizu" per essere un discone? Nulla, l'originalità è difficile da riscontrare in genere, mentre le qualità compositive e la propensione a organizzare trip dal niente o le si hanno di natura o difficilmente le riscontri con una intensità così pulsante. Il merito è anche da attribuire — seppur in parte — a José Lopez Gil e Billy Anderson, capaci di fornire una produzione e un master nitidi, di delineare efficamente la strumentazione e di acuire così i fattori espressi.

L'album viene distribuito in due versioni: quella digipak contenente le sei tracce qui sopra elencate e il doppio vinile in cui troverete in aggiunta tre episodi bonus ("Pilgrimage" e "Yeahh Man!" rimasterizzati dal demo rilasciato nel 2007 e l'inedito "Pain Eraser"): qualunque sia la vostra, avrete comunque fatto un gran acquisto. Per chi dovesse ancora accaparrarselo, come avrete capito dai toni del testo saranno soldi ben spesi, restituiti in musica che fa bene alle anime del deserto.