Åskog - Varþnaþer

ÅSKOG – Varþnaþer

Gruppo: Åskog
Titolo: Varþnaþer
Anno: 2021
Provenienza: Svezia
Etichetta: Grind To Death Records
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TRACKLIST

  1. Svält
  2. Vinter
  3. Tid
  4. Måne
  5. Varg
  6. Korp
  7. Eld
  8. Aska
DURATA: 43:25

Siamo nel cuore della Scandinavia, precisamente nella contea svedese di Västra Götaland, in Svezia: terre in cui il black intriso di atmosfera e melodia non è certo uno sconosciuto. È questo il caso del debutto degli Åskog, creatura scaturita dalle menti del chitarrista Adam Chapman e del cantante Lars Hansson. Il progetto nasce dalle ceneri di un altro gruppo, i Murdryck, passati dal dark ambient degli esordi a uno stile più concreto e vicino al black metal con l’arrivo di Hansson (interessante, anche se forse un po’ troppo dispersivo, il loro ultimo disco Födelsen). Varþnaþer — una vecchia parola svedese traducibile con sotto-custodia di qualcun altro, inteso come il rapporto medievale tra proprietari terrieri e contadini alla stregua della schiavitù è stato anticipato dal singolo Varg lo scorso anno ed è il primo passo di un nuovo percorso che raccoglie l’eredità dei Murdryck, pur rappresentando un nuovo inizio per via di un riassestamento nelle dinamiche interne tra i due protagonisti.

Punto focale attorno a cui ruota Varþnaþer è la natura, caratterizzata nelle parole dello stesso Chapman da elementi cruenti e terrificanti, ma spesso idealizzata nella sua bellezza. Alla natura si unisce la tematica della schiavitù che permea i testi (vado sulla fiducia, essendo tutti in svedese), ma riferita a un piano più spirituale, una visione in cui tutti gli esseri viventi sono schiavi della vita e della morte, senza avere molto potere su di esse.

La varietà che caratterizzava l’ultimo disco dei Murdryck si ritrova anche negli Åskog, ma in questo caso è più ragionata e coerente. Come da tradizione svedese si tratta di un black decisamente melodico, ma la tavolozza del trio (a Chapman e Hansson si affianca Rodion Belshevits alla batteria) ha diversi colori da cui attingere: ci sono parecchie influenze death, thrash se vogliamo per quanto riguarda l’approccio molto orientato ai riff, ma anche doom e un retrogusto heavy classico sparso qua e là. Varþnaþer amalgama per bene tutti questi ingredienti e fa delle dinamiche e dell’equilibrio i propri punti di forza, più che della perizia tecnica o dell’aggressività costante: l’impressione generale è quella di una band più a suo agio sui mid-tempo ma che non ha paura di generare scosse più violente come in “Svält” e “Måne”. Il sopracitato heavy fa capolino soprattutto laddove Chapman si esibisce in assoli decisamente azzeccati e al servizio dei brani, ad esempio in “Korp” ma soprattutto all’inizio della conclusiva “Aska”.

Il debutto degli Åskog  coprodotto da Grind To Death, Corrupted Flesh e Leviaphonic, che si sono smazzate i vari formati disponibili non inventa né innova alcunché, ma funziona decisamente bene nel suo riproporre e rimaneggiare stili e soluzioni definiti da tempo. Un ascolto meritevole per gli affezionati del genere ma non solo, e chissà che nel prossimo futuro non ci riservino qualche sorpresa.