ASTARIUM – Winter Growths (Part II)
Gruppo: | Astarium |
Titolo: | Winter Growths (Part II) |
Anno: | 2014 |
Ristampa: | 2015 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Nihil Art Records / Dark East Productions / NitroAtmosfericum Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 38:26 |
SiN, mente dietro agli Astarium, non è di certo una persona che ami stare con le mani in mano, per verificarlo è sufficiente osservare la sua corposa discografia. "Winter Growths (Part II)" nasce come demo in formato musicassetta nel 2014, seconda parte del percorso artistico del Nostro dedicato ai temi del rigido inverno siberiano, musicati su note non black metal. L'anno seguente Nihil Art Records, Dark East Productions e NitroAtmosfericum Records lo hanno ristampato in formato cd professionale, in edizione limitata a mille copie.
Non sono di sicuro la persona più adatta per analizzare un'uscita che muove i propri passi fra ambient, darkwave e neoclassica, dal momento che si tratta di filoni che non hanno mai suscitato il mio interesse, nemmeno per quanto riguarda la fase centrale della carriera di Burzum tanto per dire, con l'unica eccezione rappresentata da "Født Til Å Herske" di Mortiis. Nonostante queste difficoltà, devo a SiN (che mi ha sempre inviato le proprie opere complete) e a voi lettori un'analisi il più possibile precisa e approfondita.
"Winter Growths (Part II)" possiede una natura triplice, esattamente come tre sono i generi che ha toccato SiN in fase compositiva. Quando prevale la componente neoclassica le atmosfere divengono ariose ma sintetiche, condizionate dai suoni scelti non certo naturali, e che definirei rococò, come avviene nell'apertura offerta da "Through Blizzard Squall". Viceversa la seguente "Hunger Under The Full Moon" esprime una vena più oscura e quasi teatrale, con l'aiuto della sezione orchestrale. Infine qua e là Astarium pare prendere a modello i Summoning, disegnando scenari epici; "Heroic Saga Of Icy Lands" è l'esempio più palese.
Personalmente non ho gradito questa continua oscillazione stilistica, poiché fa perdere di coerenza alla scaletta nella sua interezza. Al contempo le ritmiche più effervescenti si rivelano artificiose, cozzando totalmente contro il concept naturalistico del disco. A mio modesto parere i brani di stampo neoclassico sono un completo buco nell'acqua, mentre quelli più oscuri o prettamente ambient sono magari derivativi eppure più convincenti. In ogni modo la moderna tecnologia vi permetterà di confutare immediatamente le mie parole, potendo ascoltare per intero "Winter Growths (Part II)" sul profilo Bandcamp della Nihil Art.