AT THE GRAVE – At The Grave
Gruppo: | At The Grave |
Titolo: | At The Grave |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Danimarca |
Etichetta: | Mentality Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 43:07 |
Gli At The Grave sono uno degli innumerevoli gruppi nuovi di pacca che celano dietro il proprio nome artisti alquanto conosciuti. La formazione è infatti composta da Bo Summer alla voce (Illdisposed ed ex Panzerchrist), Thomas "Hotdogger" Egede alla chitarra e al basso (Skinned Beyond Recognition ed ex di Adversary, Dawn Of Demise e Panzerchrist), Rasmus Henriksen alla seconda chitarra (Demolition Inc. ed ex di Die e Panzerchrist) e Simon Schilling dietro le pelli (Panzerchrist, Streams Of Blood ed ex Fleshcrawl). I musicisti coinvolti sono professionisti che da anni girano all'interno del mondo metal estremo, quindi non avevo alcun dubbio di trovarmi di fronte un album che formalmente si difendesse alquanto bene e che fosse capace di mettere in mostra le doti classiche in forza a molte compagini danesi, con grande impatto e tonnellate di groove.
"At The Grave" è una sorta di carro armato pronto a travolgere tutto ciò che gli si para contro. Si fionda all'attacco sin dalle note iniziali scandite dallo strumentale "Ode To Life", continuando in seguito la propria incontrastata avanzata causando evidenti smottamenti al terreno con capitoli come "Funeral Rites", "Suit Up – It's Your Funeral", "Let Me Go" e "Don't Stand Upon My Grave". Gli At The Grave non arretrano mai, portando però così a galla uno dei primi difetti di quest'uscita: quella monoliticità, alle volte un po' troppo monocorde, che gli conferisce peso.
In scaletta non c'è un pezzo che si possa definire scadente, al tempo stesso però abbiamo a che fare con una serie di canzoni che soffre di questa attenzione sulla corposità del brano a discapito della variazione ritmica, soprattutto in chiave di riffato, che sul lungo andare potrebbe causare qualche lieve danno. Del resto, se si fosse provato a diversificare un minimo la situazione, come avviene a esempio in alcuni frangenti dal gusto asphyxiano presenti in "Excavated Soul", si sarebbe potuto risolvere l'inconveniente.
Per quanto riguarda la produzione, eseguita negli studi di Mr. Tue Madsen, forse avrebbe potuto essere migliore, poiché le chitarre risultano lievemente impastate e il trigger della batteria — che a titolo personale trovo adeguato per supportare l'andazzo terremotante delle basi — a qualcuno potrebbe dar l'impressione che le dia poco risalto.
In ogni modo quello degli At The Grave è un esordio di tutto rispetto, che pur facendo registrare la presenza di alcune carenze rimane comunque una sprangata in piena schiena, perfetta per scatenarsi in una salutare sessione di headbanging. Se siete alla ricerca di dischi simili, non mancate di dar occasione ai danesi di mostrarvi ciò che sono in grado fare.