ATRA VETOSUS – Apricity | Aristocrazia Webzine

ATRA VETOSUS – Apricity

Gruppo: Atra Vetosus
Titolo: Apricity
Anno: 2018
Provenienza: Australia
Etichetta: Immortal Frost Productions
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TRACKLIST

    1. Oceans Of Light, Rainfall Of Stars
    2. Ever Falling Snow
    3. Violet
    4. Where The Lost Spirits Roam
    5. Fading Life, Winter Winds
    6. Amber
    7. Of Ancient Prophecies
    8. Pravitatem Cordis Hominis
DURATA: 62:43

Prosegue a gonfie vele il sodalizio tra la belga Immortal Frost e gli australiani Atra Vetosus, che a distanza di cinque anni dal debutto Voices From The Eternal Night arrivano finalmente a un secondo album completo. Non che nel mezzo il quintetto della Tasmania sia rimasto con le mani in mano, pubblicando un live e un EP monotraccia da ben ventidue minuti, ma un nuovo disco è un’altra cosa, soprattutto se allunga la già corposa durata del suo predecessore di quasi un quarto d’ora e supera agilmente i sessanta minuti di registrazioni.

In questo lustro la formazione non ha visto cambiamenti al proprio interno e Apricity è una naturale e organica prosecuzione di quanto costruito dal gruppo in ormai sette anni di onorata carriera. Josh Young (già visto da queste parti anche nelle vesti di Astral Winter), chitarrista e originale fondatore di Immortal Frost, è ancora l’unico autore di tutta la musica, mentre i testi rimangono appannaggio del bravo Josh Gee, e nessuno dei due ha portato particolari stravolgimenti all’interno degli Atra Vetosus. Apricity è un’altra volta un ottimo esempio di black metal melodico, figlio della scuola svedese di metà anni ‘90, e cerca nuovamente di colmare il vuoto lasciato da Dissection, Dawn, Vinterland e compagnia.

I brani sono sempre lunghi, in questa occasione un po’ più vari e strutturati rispetto alla relativa linearità del debutto; la realizzazione di un EP così complesso nel mezzo ha avuto certamente un ruolo non indifferente nello sviluppo delle capacità dei ragazzi, Young in primis, che qui porta le reminiscenze svedesi a un livello superiore e migliora nettamente rispetto al già validissimo debutto. Apricity suona perfettamente attuale, non si fa problemi a strizzare l’occhio a correnti più moderne (black atmosferico e qualche lontanissima eco blackgaze) e, in generale, ha un sacco di cose da dire.

I testi di Gee mescolano ancora una volta concetti astratti e sentimenti personalissimi che vengono presi e sputati in uno scream acutissimo, figlio non riconosciuto dei Deafheaven e con una metrica più o meno assurda in cui i ritornelli sono pressoché inesistenti, mentre versi e strofe sono decisamente corposi. Le parole, invece, sono semplici e il messaggio degli Atra Vetosus è chiaro e diretto: le cose non vanno bene, non vanno bene per niente. E un’idea dell’immaginario degli australiani passa in modo chiaro dal video della prima traccia del disco, “Oceans Of Light, Rainfall Of Stars”; dove tra le altre cose spicca l’insospettabile basso a sei corde di Matthew Lopez.

Al loro terzo passaggio da queste parti, gli Atra Vetosus non vogliono saperne di smettere di crescere e di migliorare.