AVAST – Mother Culture
Se c’è un tema che sta prendendo di forza (finalmente, aggiungerei) il centro della scena in giro per il mondo, è sicuramente quello dei cambiamenti climatici e della possibile estinzione (meritata?) di gran parte della vita sulla Terra in tempi tutt’altro che lunghi. A differenza di tanti potenti del Pianeta, l’universo della musica brutta non è rimasto a guardare, come dimostrano anni e anni di Agalloch, Gojira e chi più ne ha più ne metta, qua e là tra i vari generi. Così, arriviamo agli Avast.
Questo quartetto di Stavanger, Norvegia, si era fatto notare un paio di anni fa con un tagliente EP di due tracce. Gli Avast sono dediti a quella branca del black metal che flirta con post-rock e shoegaze, inserendo tuttavia qualche influenza hardcore, anche e soprattutto attraverso le tematiche trattate; iniziamo proprio da qui.
Mother Culture è — a partire dal titolo — un album ispirato al romanzo “Ishmael” dello scrittore Daniel Quinn, uscito nel 1992 e incentrato principalmente sulla complessa relazione tra esseri umani e natura. Il disco segue l’ipotetica evoluzione del pensiero umano da uno stato in cui ci percepiamo come distinti e superiori rispetto alla natura, fino alla realizzazione (molto probabilmente tardiva) che “Man Belongs To The World” e quindi in definitiva siamo anche noi parte del mondo, con tutto ciò che ne consegue.
Questo processo viene accennato anche nel video di lancio dell’album, “An Earnest Desire”, in cui la presa di coscienza delle nostre responsabilità e dell’urgenza della trasformazione accelera il tempo del brano (e il tempo che abbiamo a disposizione per cercare di cambiare rotta). Proprio poche settimane fa parlavamo dell’attualità della ristampa del debutto degli Alda, ed ecco che Mother Culture — in uscita a fine ottobre — dimostra ancora una volta che il metal (proprio come gli umani che lo suonano) non è qualcosa di separato dal mondo, bensì può comprenderne i processi e farsi portatore di contenuti (e di sonore mazzate quando serve, come nell’aggressiva “Birth Of Man”).
Un buon colpo della Dark Essence Records, soprattutto per gli appassionati di blackgaze e per chi cerca modi per trasmettere l’importanza della sfida del nostro tempo. Gli Avast hanno già iniziato a portare in giro la loro musica e il loro messaggio, oltre ad aver confermato la propria presenza per l’Inferno Festival 2019 a Oslo. Che dire, pronti a tornare ad appartenere al mondo?