BAD ACID – Revelations Of The Third Eye
Gruppo: | Bad Acid |
Titolo: | Revelations Of The Third Eye |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Svezia |
Etichetta: | Ozium Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 43:05 |
Il nome Bad Acid è sicuramente nuovo. Il digipak giuntomi tramite l'attiva Ozium Records è colorato e ricco di sfumature, con un immaginario da trip psichedelico che ci sta tutto. Lo apro, inizio a guardare all'interno, non c'è il libretto informativo, ma su un'anta vi è la foto dei quattro elementi che formano la band: Simona (voce), Jonathan (chitarra), Victor (basso) e Mattias (batteria). Giro su Internet alla ricerca di informazioni, guardo le facce della formazione e mi sembra proprio di conoscere due degli elementi. Non mi sbaglio: Jonathan e Victor sono i Wårdsäter, membri di quei Mamont che ho avuto modo di recensire in passato sia in occasione dell'album di debutto "Passing Through The Mastery Door" che del successivo ep "The Valleys Below"; anch'essi fanno parte della famiglia Ozium. Lo scenario comincia a delinearsi e una volta premuto il tasto «play» prende decisamente forma.
Il doom-rock psichedelico a voce femminile proposto dal quartetto è palesemente accostabile a quello di colleghi come Spider, Lucifer, Purson, Blue Pills, Blood Ceremony e Jess And The Ancient Ones. La visione è meno occulta rispetto ad alcuni di essi e più mistica e viaggiante, vorticosa, alimentata com'è dall'ottimo lavoro svolto in sede chitarristica e dall'armoniosa quanto seduttiva prestazione vocale di Simona. Queste caratteristiche vengono esaltate sia nella più breve e assuefacente "Amnesia Haze" sia in episodi dalla durata maggiormente estesa come "Revelations Of The Third Eye" e "Heavy Lies The Crown", che negli oltre sette minuti che li vanno a comporre ci offrono tutto ciò che vorremmo ascoltare da un disco del genere.
Nella musica degli Scandinavi è tutto molto spontaneo, non si inventa nulla, non si immette davvero niente di innovativo per i fruitori di un mondo che sta vivendo una floridissima stagione primaverile, eppure mi risulta difficile credere che si possa rimanere impassibili all'ascolto di quell'organo che letteralmente strega l'udito in "Revelations Of The Third Eye" e "The Oldest Lie". Non riesco altresì a pensare che i riff e gli assoli di Jonathan e le cadenze ritmiche da montagne russe impostate da Victor e Mattias non vi conducano allo sballo. Del resto la droga dei Bad Acid è affinata, salubre e sappiamo di non poterne fare a meno.
Non c'è che dire, siamo dinanzi a un debutto con i fiocchi. Questi ragazzi non scherzano davvero e per colpa loro — quanto di tanti altri — sono praticamente certo che la lista acquisti degli appassionati si allungherà ulteriormente con l'aggiunta di questo stupendo "Revelations Of The Third Eye".