BANE OF ISILDUR – Black Wings | Aristocrazia Webzine

BANE OF ISILDUR – Black Wings

 
Gruppo: Bane Of Isildur
Titolo:  Black Wings
Anno: 2010
Provenienza:  Australia
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Chosen Path
  2. Last Alliance
  3. The War Of Gods And Men
  4. 1066
  5. Furious Hunt
  6. Born To Scorch The Earth
  7. Cold
  8. Of Crimson And Cold Steel
  9. A Red Dawn
  10. Outro (War, Fire, Death And Victory)
  11. Hells Bells [cover AC/DC]
DURATA: 58:22
 

Come sempre più spesso avviene l'estremo s'imbastardisce, è una tendenza degli ultimi anni introdurre elementi folk in dischi che solcano musicalmente territori black/death, a questa scia si sono accodati anche gli australiani Bane Of Isildur? Onestamente di folk ci sento poco o nulla, è una produzione solida, ma che si basa sui due generi primordiali, non c'è strumentazione acustica o richiamo silvestre, non ho sentito nessun inserto che fuoriesca dal panorama rappresentato da quell'accoppiata stilistica, forse si esagera nell'affibbiare titoli anche dove non c'è bisogno?

Dopo aver rilasciato un ep eponimo nel 2006 e il demo "Stormlords" nel 2008, con cadenza praticamente biennale sfornano un nuovo lavoro, stavolta però la fatica è in forma di lunga durata e ne dichiara il debutto ufficiale. "Black Wings" contiene undici brani, quattro dei quali sono quelli inseriti al tempo nel demo e una cover conclusiva che esula dallo stile proposto, portando alla ribalta gli ascolti più classici della band. È su "Hells Bells", uno degli inni storici dei connazionai AC/DC, che è ricaduta la scelta.

La base è un death melodico possente e per lo più dei momenti proposti incalzante e fiero, il rimando alla creatura svedese Amon Amarth per certe atmosfere e alcune soluzioni in genere non è da escludere, ascoltando brani quali "The War Of Gods Of Men", "Born To Scorch The Earth" e l'opener "Chosen Path" spesso contese dalla melodia e dall'impatto si nota una lotta interna su quale delle due componenti debba prendere il sopravvento.

È un' accentuata vena viking, e non folk, — forse alcuni giri di chitarra che intarsiano il platter varcano il confine attingendo in quel seminato, ma nulla di veramente trascendentale — quella che interagisce all'interno delle tracce, si percepisce come gli australiani espongano tramite le canzoni una vera e propria battaglia, un mondo che sta cambiando sotto i colpi furiosi dello scontro, non ci sono né gli estremi intimismi di matrice naturalistica riscontrabili nella visione rurale dei Primordial e in quella evocativa dei Moonsorrow, nè tanto meno il divertimento sciapo e stucchevole di gruppi come i Korpiklaani, sono lame che s'incrociano, assalti e arcaiche memorie scandite dalle brevi tirate martellanti di David Pietersz e dalla voce aspra e rude del cantante-chitarrista Aaron a farla da padrone.

Dopo tanto fervore sono rimasto un po' interdetto con l'apparire di "A Red Dawn". Il pezzo di per sé è piacevole, un esempio di melo-death ben composto, tuttavia sembra esser stato partorito dalla mente dei Dark Tranquillity — presenza per altro riscontrabile in varie circostanze, ma mai invasiva come in tale occasione — in molte delle sue parti sfoderando un piglio e un modo di dar forma alle tematiche affrontate che a seconda del momento mi sembra più o meno fuori posto, "Outro" invece sposta il tiro spingendo sul versante black mettendosi in mostra come il brano più maligno e concitato del lotto e dotato di un buon rafforzamento atmosferico dei sintetizzatori che accrescono la portata del suo incedere.

Finite le scorribande e le storie rimembranti il passato, tocca alla cover di "Hells Bells" portare a degna conclusione l'album. La canzone è una di quelle che non si può dimenticare anche se la si fosse ascoltata una sola volta nella vita e in fin dei conti la versione dei Bane Of Isildure non è male, estremizzata soprattutto nel comparto vocale, ma non dovrebbe arrecare danni irreparabili all'udito dei fedelissimi fruitori di Young e soci.

"Black Wings" vanta una buona produzione — il master è stato affidato alle mani esperte degli svedesi Necromorbus Studio — che ne delinea il suono e fa sì che la strumentazione abbia in toto il dovuto risalto pertanto, se aveste bisogno di far girare nello stereo un disco dotato di una prestazione potente e dal buon gusto melodico, tenete in considerazione il lavoro Bane Of Isildur.