BESTIALITY – Stuck In Bestial Vision | Aristocrazia Webzine

BESTIALITY – Stuck In Bestial Vision

 
Gruppo: Bestiality
Titolo: Stuck In Bestial Vision
Anno: 2014
Provenienza: Polonia
Etichetta: Old Temple
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TRACKLIST

  1. Ode To The Dead/Tales From The Crypt
  2. Mortalist
  3. Raped By The Devil
  4. Crucified
  5. Hades [cover Bathory]
  6. Visions Of Doom
  7. Blood Red Like Sodomy
  8. Way Of The Cross
  9. Ritual Genocide
DURATA: 30:23
 

I rozzi e indiavolati polacchi Bestiality sono una realtà alquanto giovane, che ha rilasciato il primo singolo "Way Of The Cross" e l'ep "Stuck In Bestial Vision" nel 2014. Quest'ultimo è un lavoro contenente nove tracce — due delle quali già edite ("Way Of The Cross" e "Ritual Genocide") — per una mezzora di black-thrash metal classicamente in stile anni '80 e '90.

Le influenze — sia per suono che impostazione dei brani — che attraversano il disco portano alla mente una serie di nomi smisurata: si va da Bathory, Sodom, Kreator e Sarcófago ad artisti quali Darkthrone, Aura Noir, Deströyer666 (dei quali coverizzarono "Satanic Speed Metal"), Desaster e Bestial Mockery. Nessuna novità quindi all'orizzonte, ma una prestazione che fa dell'aggressività pura, della sporcizia e della più elementare cattiveria le armi preposte a sedurre l'ascoltatore. Per quanto prevedibile e derivativo, l'ep è accattivante e possiede una decisa carica astiosa, emanando sensazioni differenti: veri e propri assalti all'arma bianca ("Ode To The Dead/Tales From The Crypt"), connotazioni ritmiche punk ("Rape By The Devil"), soluzioni stilistiche velenose e lievemente più atmosferiche ( "Vision Of Doom") o discretamente articolate ("Blood Red Like Sodomy") e infine un ingente fetore di putrescente e marcio ("Ritual Genocide").

I Bestiality si rivolgono a chiunque non abbia mai abbandonato tali sonorità, a coloro i quali stanchi di post, avantgarde e contaminazioni non proprio ortodosse sentono il bisogno di farsi una dose di semplice e salutare nero. Del resto lo sguardo devoto al passato dei Polacchi, con tanto di cover di "Hades" omaggiante Mr. Quorthon, sembra essere genuino, senza alcuna personalità definibile propria, ma scatenato ed esaltante quanto basta ad allietare. Il tasto play è lì che attende di essere premuto.