Beyond Mortal Dreams - Abomination Of The Flames | Aristocrazia Webzine

BEYOND MORTAL DREAMS – Abomination Of The Flames

Gruppo: Beyond Mortal Dreams
Titolo: Abomination Of The Flames
Anno: 2022
Provenienza: Australia
Etichetta: Lavadome Productions
Contatti: Facebook  Bandcamp
TRACKLIST

  1. Abomination Of The Flames
  2. Hell Of Eternal Death
  3. Deficit In Flesh
  4. They Are Seven
  5. Decimation Hymn
  6. Misanthrope Messiah
  7. Peace Through Annihilation
DURATA: 40:51

Per quanto i Beyond Mortal Dreams non abbiano mai brillato per prolificità, in redazione ne seguiamo le gesta da tempi non sospetti: quasi dieci anni fa parlavamo dell’EP Dreaming Death, l’inizio della collaborazione tra la band di Adelaide e Lavadome, collaborazione che tiene botta ancora oggi. Negli anni l’etichetta ceca ha infatti continuato ad industriarsi per dare visibilità al quartetto australiano, pubblicando prima il 7’’ Lamia (2014) e poi la raccolta di materiale sparso e inedito As Death, We Shall Walk (2016).

Altri sei anni e una pandemia sono dovuti passare perché la band capitanata da Pahl “Doomsayer” Hodgson riuscisse a mettere insieme un album completo, seguito del debutto From Hell, risalente addirittura al 2008. Un tempo lunghissimo, quasi infinito per gli standard del 2022, che però, guarda caso, ha pagato. Perché Abomination Of The Flame è un disco cui è quasi impossibile trovare un difetto, è un album vario, ispirato, grossissimo e incazzatissimo. Il death metal di scuola a stelle e strisce proposto dagli australiani negli anni si è ispessito e levigato, e nel 2022 ha raggiunto la sua forma migliore.

Il primo aspetto a balzare all’occhio è legato allo stile: Abomination Of The Flame non fa assolutamente parte del revival death metal di questi ultimi anni, quindi scordiamoci in partenza sporcizia e putrefazione. Doomsayer e compagni hanno sempre guardato ai Morbid Angel, magari ai Nile, come fonte di ispirazione, e i suoni puliti eppure sulfurei allo stesso tempo sono diretta conseguenza. Ovviamente per dei non più giovincelli di Adelaide è pressoché impossibile non avere un’impronta che sia anche figlia della propria scena locale, e infatti ci sono similitudini verso un certo modo ferale di fare death metal, quella roba zozza e assassina che proprio nella capitale della South Australia trova espressione nelle scorribande dei Cauldron Black Ram.

In altre parole i Beyond Mortal Dreams si dividono tra stelle e strisce del 1990 da una parte, e tutte quelle cose un po’ strambe che fanno nel nuovissimo mondo dall’altra (tra l’altro i BMD a un certo punto della loro trentennale carriera hanno anche condiviso membri con i concittadini StarGazer). Senza mai deviare eccessivamente dalla strada maestra, è abbastanza evidente come Abomination Of The Flame parta in quarta come un normale album death metal, e riservi le maggiori sorprese e variazioni sul tema nella seconda metà.

Lo spartiacque è la centrale “They Are Seven”, in cui iniziano a sentirsi cose strane come orchestrazioni e addirittura vocoder. E no, Doomsayer non ha iniziato a cantare con l’autotune, ma il contrasto tra il suo growl (già piuttosto vario di per sé) e le voci effettate a mo’ di coro dà una bella linfa a un pezzo già decisamente più elaborato della media. Anche il minutaggio dei brani tende a salire nella seconda metà del disco, e oltre alle voci e alle orchestrazioni arrivano anche assoli e strutture meno dirette e più complesse.

Anche le tematiche sono di ampio respiro, e spaziano tra mitologia e letteratura: si va dal tormento di Prometeo in “Hell Of Eternal Death” al mondo lovecraftiano proprio con i due migliori episodi dell’album, la già menzionata “They Are Seven” e la successiva “Decimation Hymn”. Proprio Hodgson ha detto recentemente di aver parzialmente abbandonato i soliti riferimenti alle fiamme dell’inferno e alla fine del mondo, per spaziare un po’.

Tutta questa sfilza di lati positivi per quanto mi riguarda ha solo e soltanto un contraltare negativo: la produzione. Le scelte legate ai volumi della batteria, alla scarsa profondità delle chitarre e in generale al suono molto compresso penalizzano un album che con alcuni accorgimenti differenti e una maggiore ampiezza potrebbe raccogliere molti più consensi. Alla fine di tutto questo sproloquio, però, spero soltanto che i Beyond Mortal Dreams non ci mettano altri quindici anni a mettere insieme un altro disco.