BLACK OATH – The Third Aeon | Aristocrazia Webzine

BLACK OATH – The Third Aeon

 
Gruppo: Black Oath
Titolo: The Third Aeon
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: I Hate Records
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TRACKLIST

  1. Death As Liberation
  2. Growth Of A Star Within
  3. The 3rd Aeon
  4. Evil Sorcerer
  5. Horcell The Temple
  6. The Black Oath
DURATA: 44:51
 

Cosa manca alla scena italica dal feeling dark rispetto a quelle estere? Davvero nulla, stiamo messi davvero bene in tutti i settori: gente come Thunderstorm (ormai sciolti) e Doomsword (del periodo più oscuro) sono l'epicità fatta persona, i The Foreshadowing rispecchiano il lato gotico più classico, riuscendo a sublimare la modernità e asservendola al proprio scopo, i Doomraiser sono una macchina da guerra solida e rodata e formazioni quali Mydriasi e Ufomammut riescono a coprire il settore stoner ed estremo del genere. Ok, sono solo i primi nomi che mi sono venuti in mente, scandagliando l'archivio della 'zine ne troverete tanti altri recensiti negli ultimi due anni ed è quasi inutile citare divinità come Jacula, Black Hole o Death SS, anche perché non dobbiamo impantanarci nel passato e sono quindi felice nel poter scrivere (com'è stato un po' di tempo fa per i Trinakrius) dei Black Oath.

Il trio lombardo è quanto di più classico si possa desiderare ed è stato capace di produrre un album, "The Third Aeon", che fa letteralmente venire la pelle d'oca agli appassionati dei Candlemass ("Epicus Doomicus Metallicus"), dei Solitude Aeturnus ("Beyond The Crimson Horizon") e per restare in tempi più attuali dei Forsaken ("After The Fall") e Nomad Son ("First Light"). È epic-doom, è una scelta di suono vintage che esalta le qualità più ritualistiche del panorama, è un disco che se fosse stato partorito a metà anni Ottanta avrebbe guadagnato già allora un posto negli scaffali degli innamorati del genere.

Le ritmiche, frequentemente dilatate, nel momento in cui decidono di prendere posizione accelerando istintivamente ricordano i Trouble, quando invece viene offerta la possibilità di affondare emotivamente con la compagnia delle tastiere eteree l'atmosfera liturgica diviene dirompente. Dover scegliere un brano per identificare al meglio le qualità compositive ed espressive del gruppo è per me una decisione realmente complicata, perciò punto sul trio formato da "Death As Liberation", "The 3rd Aeon" e "The Evil Sorcerer", la cui posizione su di un ipotetico podio muterebbe di ascolto in ascolto.

Pesanti, grevi, così perfettamente calati nella realtà dello stile in cui si cimentano da risultare vicinissimi per intensità ai primordi originari: ai Black Oath non si possono imputare errori o mancanze che ledano il corso di un disco, "The Third Aeon", che è true, usando tale termine come espressione di elevato gradimento per la purezza con cui viene proposto.

La prestazione di A.Th non ha la corposità e la carica di un Johan Langquist o di un Rob Lowe, è più fine ed elegantemente malinconica al cospetto della teatralità del primo (penso personalmente irraggiungibile per chiunque) e della grinta del secondo. Strumentalmente invece non mi sento proprio di cercare il pelo nell'uovo dove non c'è, le basi di P.V. (basso) e C.Z. (batteria) — unite alla chitarra suonata dal cantante — danno vita a ciò che ogni accanito fan del filone epico si troverebbe ad adorare dopo neanche mezzo giro nello stereo.

Se non si fosse capito, "The Third Aeon" è un acquisto da fare, uno di quei lavori delle cosiddette nuove leve che non può mancare nella vostra collezione, perché fra qualche annetto sicuramente diverrà un classico. È buona la prima? Alla grande! E chissà cosa ci riserveranno in futuro…