BLACK RAINBOWS – Carmina Diabolo
Gruppo: | Black Rainbows |
Titolo: | Carmina Diabolo |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Longfellow Deeds |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 44:52 |
Abbiamo già incrociato i romani Black Rainbows con una intervista, è quindi un obbligo morale dedicare uno spazio anche al lavoro discografico da poco rilasciato. A distanza di tre anni da quel bel debutto intitolato "Twilight In The Desert", si sono ripresentati in versione decisamente più energica e birraiola con "Carmina Diabolo".
Immaginate di essere nel deserto, stereo a palla, una birra ghiacciata e un paio d'amici con cui urlare a squarciagola senza che nessuno possa interrompere il vostro divertimento: che figata! È questa la sensazione che il disco mi ha trasmesso dopo vari ascolti, legata al sound di Palm Desert, a gente come i Kyuss e alla loro derivazione in chiave meno desertica Q.O.T.S.A., passando per le influenze settantiane di Led Zeppelin, Black Sabbath e i sempreverdi Hawkwind. Il disco è un terremoto che non lascia possibilità di scampo: ve lo godrete dal primo all'ultimo secondo, quindi niente riempitivi da saltare, soltanto un ascolto continuo.
Le canzoni sono una più bella dell'altra, trascinano ed esaltano già dall'apertura "Himalaya": è chiaro che chi avesse intenzione di tenere il muso dovrà andare fuori dalle scatole quando entreranno in gioco certi ritmi dediti allo sbattimento rock come quello di "Babylon" e il suo campanaccio, la fresca e ultra-orecchiabile "Under The Sun" (con quel ritornello da cantare a ripetizione fino a stordirsi) e una "What's In Your Head" in cui la figura di Homme fa capolino pesantemente data l'evocatività che il brano sembra chiamare volutamente in causa. "Carmen Diabalo" è breve quanto intensa, scura e ritualistica, mentre tocca a "Space Kingdom" detenere la palma di brano portatore sano di psichedelia spaziale e la sua forma eterea e onirica conduce alla conclusione di "Carmina Diabolo", librandosi sulle ali delle note sorretti soltanto dal pensiero.
I Black Rainbows dimostrano una maturazione ormai pienamente raggiunta e una attitudine da nerd scanzonata, cioè la capacità di spassarsela componendo brani con le palle, dote riscontrabile solo in alcuni generi: provate a esempio ad ascoltare "California Crossing" dei Fu Manchu e capirete cosa intendo dire. Chi segue il movimento stoner e i suoi derivati non si lasci scappare l'uscita di questi ragazzi, c'è di che stare allegri e in Italia a quanto pare stiamo iniziando a divertirci sul serio.