Blaze Of Sorrow - Absentia

BLAZE OF SORROW – Absentia

Gruppo: Blaze Of Sorrow
Titolo: Absentia
Anno: 2020
Provenienza: Italia
Etichetta: Eisenwald Tonschmiede
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TRACKLIST

  1. Settimo Requiem
  2. Furia
  3. Sonno D’Eterno
  4. Notturna
  5. Hybris
  6. Cupio Dissolvi
  7. Morte Di Un Immortale
DURATA: 43:19

Nonostante l’adagio popolare indichi aprile come quel mese dell’anno in cui si è particolarmente propensi al sonno, quello appena trascorso è stato tutt’altro che soporifero in termini di uscite musicali degne di nota. Fra queste, il graditissimo ritorno dei Blaze Of Sorrow, che ci deliziano con Absentia, uscito sotto la teutonica Eisenwald a tre anni di distanza dal precedente Astri. Absentia è il sesto full length all’interno di una discografia tutt’altro che scarna: nell’arco di tredici anni, il progetto avviato da Peter come one man band, in seguito arricchitosi della presenza del batterista N. (al secolo Nicolò Bernini), ha pubblicato anche quattro demo, due split, un EP e una compilation. Oltre a rappresentare un nuovo capitolo di questo validissimo progetto italiano, Absentia segna anche un ulteriore ampliamento dell’organico del gruppo, dal momento che a Peter e N. si sono uniti in pianta stabile anche V. e A.S., rispettivamente al basso e alla chitarra.

Fermo restando che i Blaze Of Sorrow sono riusciti a sviluppare un sound molto personale che ogni paragone finirebbe per snaturare, se dovessimo dare una definizione di ciò che è lecito aspettarsi dall’ascolto di Absentia, potremmo dire che a grandi linee siamo di fronte a un black atmosferico a tinte folk, dove la componente atmosferica in certi passaggi si fonde con quell’epicità che oggi trova espressione in gruppi come  Fen, Saor e Sojourner, mentre in altri prende una direzione più malinconica, soprattutto grazie agli intarsi melodici creati dalle chitarre. Effettivamente, è proprio la malinconia ad accompagnare durante tutta l’esperienza del disco, per quanto venga declinata in modi diversi all’interno dei vari brani; infatti, a volte sembra prendere le forme di una sorta di accettazione della propria fine, come nel caso di “Sonno D’Eterno”, in cui le prime, eteree note che potrebbero far venire i brividi (in senso positivo) a ogni estimatore dei compianti Agalloch lasciano il passo a un brano potente, dove a imporsi sono la chitarra elettrica e un impianto ritmico poderoso, oltre alle linee vocali di Peter che sembrano trasmettere un senso finale di liberazione dal dolore.

In altre tracce, invece, la malinconia pare fondersi con un sottile filo di speranza, comunicato attraverso delle struggenti melodie che a tratti paiono andare a toccare i lidi del post-metal di matrice alcestiana, mentre in altri punti ricordano fortemente maestri dell’introspezione e della joie de vivre come i Katatonia, gli Anathema e i Novembre, riuscendo in ogni caso a intrecciarsi in modo molto naturale con il tessuto atmo-black che dà sostanza alla narrazione. Ne è un esempio “Notturna”, brano che possiede anche un interessante legame con le leggende che avvolgono la fondazione della città di Mantova: viene infatti ripercorso il mito della profetessa Manto, che avrebbe dato i natali alla patria dei Gonzaga e di due quarti dei Blaze Of Sorrow. Un altro brano dagli evidenti risvolti mitologici e dalle tinte epiche è “Hybris”, termine con il quale i Greci indicavano la tracotanza di coloro che sfidavano le divinità. In questo caso, il riferimento è alla figura di Sisifo, condannato da Zeus a un simpatico tormento che prevedeva lo spingere un pesantissimo masso su per un monte, ripetendo il gravoso compito all’infinito. “Hybris” si distingue dagli altri brani di Absentia anche perché suona più incalzante e, a dire il vero, più vicino al folk, assumendo un piglio quasi eroico, molto adatto alla rievocazione della superbia di questo personaggio leggendario. Questo tipo di sensazione è proseguita da “Cupio Dissolvi”, che offre una particolare rielaborazione dell’episodio biblico del Giardino del Gethsemane, mentre la componente atmosferica e malinconica torna invece a farsi sentire nella conclusiva “Morte Di Un Immortale”, traccia strumentale in cui, ancora una volta, è proprio la chitarra a essere protagonista, tessendo melodie medievaleggianti,  sul soffio di una brezza.

A dire il vero, non è la prima volta che i Blaze Of Sorrow consegnano al pubblico un lavoro ben riuscito: per averne conferma, basta dare un ascolto a Echi, del 2012, oppure a Eremita Del Fuoco, uscito nel 2015. Tuttavia, a mio parere Absentia rappresenta la loro prova più matura e completa finora, trattandosi di un disco personale, profondamente sentito ed eseguito con grande cura e cognizione di causa.