BLAZE OF SORROW – Fulgida Reminescenza | Aristocrazia Webzine

BLAZE OF SORROW – Fulgida Reminescenza

 
Gruppo: Blaze Of Sorrow
Titolo:  Fulgida Reminescenza
Anno: 2014
Provenienza:  Italia
Etichetta: Sun & Moon Records
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TRACKLIST

  1. Fulgida Reminiscenza
  2. Transcendenza
  3. La Danza Dell'Anima
  4. Acqua
  5. But, What Ends When The Symbols Shatter? [cover Death In June]
DURATA: 33:31
 

Torna sulle nostre pagine il progetto Blaze Of Sorrow, dopo una sosta di un paio d'anni da quel "Echi" che tanto piacque qui in redazione. "Fulgida Reminescenza", per la verità, si compone di materiale scritto, registrato e mixato in un periodo anteriore rispetto all'uscita dell'album di cui sopra, poiché le tre tracce dell'ep sono pronte nientemeno che dal 2010. A ogni modo, la romena Sun & Moon Records, sotto la cui egida la formazione mantovana aveva già pubblicato la propria ultima fatica, ha reso disponibile questo elegante e sobrio digipak nella primavera di quest'anno, dunque eccoci qua.

Come accennato, l'ep in quanto tale è composto dai primi tre brani, mentre "Acqua" e la piacevolissima cover dei DI6 sono considerate tracce aggiuntive, non facenti parte del vero e proprio corpus principale; di fatto, completano più che degnamente un trittico già di per sé oltremodo valido. Questo, diversamente da quanto messo in mostra in passato da Peter (in questa occasione solo e unico autore di tutto il materiale inciso, tolta chiaramente la cover), si concentra però non sul black metal nostalgico e "boschivo" cui siamo abituati, bensì su sonorità acustiche, spesso a mezza via tra il neofolk più "agallochiano" ed echi post-rock, tanto che "Acqua" potrebbe comparire in una scaletta dei primi God Is An Astronaut (ed è proprio questa sua vena extra-neofolk a renderla individuabile come "altra" rispetto ai tre brani principali). In aggiunta, il materiale è pressoché unicamente strumentale, per dare un ulteriore tocco di intimismo e alienazione al risultato finale.

Ciò che conta maggiormente, tuttavia, al di là di etichette e definizioni, è che Peter ha dato alle stampe una volta di più materiale di assoluta qualità, ha centrato il bersaglio anche questa volta e l'ha fatto con la consueta personalità che contraddistingue il marchio Blaze Of Sorrow. Nella migliore tradizione del black metal più affine alla natura e più velato di nostalgia (Empyrium, Ulver, Hel, i già citati Agalloch), anche la formazione di Mantova riesce nella non facile impresa di deviare dal percorso mantenendo assolutamente intatte qualità e ispirazione. E chissà se Peter, lungo il proprio percorso, sia riuscito a dare risposta alla domanda che ormai assilla innumerevoli anime: cosa finisce quando i simboli vanno in pezzi?

 

Nota a margine: la corretta grafia della parola è "reminiscenza", tuttavia nella recensione il titolo dell'ep è riportato con la grafia "reminescenza" in quanto – immagino per un errore di stampa – tale è l'ortografia del titolo (e non del brano) sulla costa e sul retro del digipak.