BLOODWAY – Sunstone Voyager And The Clandestine Horizon
Gruppo: | Bloodway |
Titolo: | Sunstone Voyager And The Clandestine Horizon |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Romania |
Etichetta: | I, Voidhanger Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 26:09 |
Prima o poi doveva succedere: dopo Mediocracy e Nightpray, Costin Chioreanu doveva avere un progetto suo, qualcosa che potesse sentire come proprio non solo a livello musicale, ma anche e soprattutto concettuale. Perché i Bloodway sono sì, da un lato, la summa della sua verve compositiva e di quella di Alex Ghita (batteria) e Mihai Andrei (basso e seconde voci), ma dall'altro e principalmente sono il vetro attraverso cui Costin guarda la realtà, il filtro per mezzo del quale la interpreta. Layout, illustrazione, ma soprattutto testi e ideazione sono infatti parto dell'artista romeno, i cui lavori di illustratore i nostri lettori dovrebbero conoscere ormai a menadito, visto che su queste pagine ne sono passati parecchi (Dordeduh, Necrovile, Oranssi Pazuzu e Blizaro, tra gli innumerevoli altri).
Venendo ai Bloodway: "Sunstone Voyager And The Clandestine Horizon" è un ep d'esordio che in quattro tracce (più intro) riassume la storia di un viaggio, attraverso mondi e orizzonti, in cerca della verità, della speranza, del senso del tutto. In più di un passaggio, peraltro, ammetto di essermi ritrovato a pensare a una rilettura moderna del mito platonico della caverna, ovviamente in chiave avantgarde-black metal, con tutto ciò che questo comporta: sconforto, senso di sconfitta, pessimismo cosmico in senso lato.
Di fatto, se a un primo ascolto il lavoro dei Bloodway mi aveva lasciato piuttosto freddo, con l'andare del tempo le pieghe dell'ep si fanno via via più affascinanti e assimilabili a più livelli. Anzitutto sul piano semplicemente musicale, che tanto semplice poi non è grazie all'ottima convivenza tra una robusta struttura black metal, cantato in primis, e parecchie sfumature "post-", segnatamente in ambito chitarristico; doveroso citare in questo caso la bellissima e quasi orecchiabille "Free Ends", per cui lo stesso Chioreanu si è occupato in toto del video. Ma non aspettatevi soluzioni prevedibili: già la successiva "Eye Service Collapse" si preoccupa di confondere le idee con il suo inizio dispari e disseminato di stop'n'go, fino a che non sono di nuovo le urla di Chioreanu a impadronirsi della scena.
Volendo scavare più a fondo, poi, c'è il piano concettuale, decisamente rilevante nell'economia dell'ep: il tema del viaggio, della ricerca, dell'affannosa impresa del Mariner. Egli, disperato, interroga le stelle, gli esseri cosmici, entità che non risponderanno mai alle sue richieste né gli forniranno chiavi di lettura del piano temporale che, infine, sarà costretto ad abbandonare attraverso «il segreto portale della mente». Il libretto, impreziosito dai testi e dalle immagini di Chioreanu, nel caso di "Sunstone Voyager And The Clandestine Horizon" è quanto mai un valore aggiunto, una chiave di volta per la piena comprensione del lavoro, senza la quale l'apprezzamento della musica non potrà che essere parziale. È proprio grazie a questo, ad esempio, che vengono a galla gli evidentissimi rimandi alla famosa filastrocca della Congiura Delle Polveri, sul cui schema si sviluppa il ritornello della succitata "Free Ends".
Prendetevi il vostro tempo dunque, seduti in poltrona o alla scrivania, libriccino alla mano, e leggete di questo viaggio, scopritene le tappe, le numerose allusioni, le tante domande e le poche, fragili risposte. Come il suo protagonista, al termine di esso vi risveglierete più tristi, eppure più saggi.