BODONI – Domestik Violence
In molti software di grafica in voga negli anni ’90 il font predefinito era il carattere denominato Bodoni. In quello stesso periodo nasceva, cresceva e moriva una corrente musicale così importante da far sentire ancora oggi la sua mancanza: il grunge.
Nel 2018, a Ferrara, una band chiamata Bodoni fa la sua comparsa con l’ EP Liveb, che inizia ad attirare l’attenzione del settore. Arriva persino ad aggiudicarsi il plauso estero attraverso il podcast americano Fuzzheavy e il canale YouTube Grungeness.
Il 5 marzo 2021 il gruppo torna sulla scena con il singolo “Lipstick”, il cui video ufficiale è stato girato dal concittadino Michelangelo Ingrosso. Il pezzo ci travolge con un intrigante amalgama di nostalgia e novità, ed è dotato di suoni duri e onesti, tipici del genere che i Bodoni hanno scelto. Ossessione, desiderio, rabbia e disagio sono invece i temi trattati con grande cura ed evocano emozioni forti che, purtroppo o per fortuna, non sono passate mai di moda e nemmeno il tempo è stato capace di rimuovere; un po’ come fossero un trauma mai superato. Non è un caso infatti che la data di rilascio dell’album, dall’esplicito titolo Domestik Violence, sia proprio il 5 aprile, giorno indimenticabile per tutti gli amanti del genere e non solo: in quella data, infatti, ci lasciavano Kurt Cobain nel 1994 e Layne Staley nel 2002. Al leader degli Alice in Chains è inoltre dedicata l’ipnotica “Sharp Toe”, la terza canzone proposta nell’album.
Domestik Violence, però, non si accontenta di riproporre solo la formula già nota. Tra le sue armonie sono addirittura raccolte le sfumature della storia dell’intero genere all’interno di un vero e proprio distillato di sonorità pre- e post-grunge. Possiamo trovare per esempio i ritmi ereditati dalle band punk come i Bad Religion, oppure le distorsioni divenute tipiche dello stoner rock, come quelle ricevute dai Melvins, percorrendo poi la strada tracciata da band post-grunge quali i Silverchair, fino ad arrivare addirittura a quello che è stato l’esordio del nu-metal, avvicinandosi quindi allo stile dei Deftones.
Citare e analizzare tutte le influenze e le contaminazioni avute e prodotte dal grunge negli anni va però oltre le finalità di questa analisi; soprattutto perché la cosa più importante che i Bodoni fanno non è solo tenere vivo il genere come obiettivo fine a se stesso, ma anche permetterci di vedere la realtà contemporanea attraverso di esso. Ad ogni modo, che l’ascoltatore sia dotato o meno di questa chiave interpretativa, è comunque possibile apprezzare l’intero album anche senza contesto. Non è difficile lasciarsi trascinare da un brano incalzante come “Influencer Influenza”, che osserva la società d’oggi trasformata dall’uso e dall’abuso dei social media, o come la drammatica “Midtown Massacre”, dedicata invece ai recenti scontri in Venezuela.
Grazie quindi a questa alchimia di storia, armonie, emozioni e attualità, Domestik Violence è un disco che ha molto da raccontare sia ai veterani del grunge sia ai curiosi ascoltatori più giovani. La produzione del disco è affidata a Federico Viola di Animal House Studio, mentre il mastering è di Andrea De Bernardi dell’Eleven Mastering Studio.
In sintesi, i Bodoni raccolgono il testimone del post-grunge con grande determinazione, scommettendo tutto su un genere, spesso bistrattato e maledetto, che però ha ancora molto da dare a chiunque si concederà l’occasione di prestargli ascolto.