BOHEMYST – Čerň A Smrt
Nati come nuova incarnazione degli Avenger, gruppo ceco attivo sin dalla fine degli anni Novanta in cui militavano anche ex membri dei leggendari Master’s Hammer, i Bohemyst esordiscono con un album intitolato Čerň A Smrt, letteralmente Morte Nera in ceco. Quale modo migliore di farlo se non proseguendo il discorso intrapreso in precedenza? Il quintetto infatti mantiene la proposta originaria, caratterizzata da un death-black metal piuttosto orecchiabile, modificandola leggermente e portandola a un livello superiore.
Čerň A Smrt è dotato di una produzione più moderna rispetto agli album precedenti, senza per questo risultare troppo pulito né patinato, e mantenendo un gusto piuttosto old school nella composizione e nella scrittura dei riff. Lo stile dei Bohemyst è descritto dagli stessi come dark metal, termine che ben si addice: una miscela ben dosata di black e death metal, i cui confini si perdono fino a intersecarsi, arricchita da qualche partitura di tastiera a dare un tocco di teatralità al tutto.
Nonostante il contenuto dei testi sia difficilmente traducibile, le atmosfere evocate dalla musica del quintetto ceco parlano da sole, portando l’ascoltatore a immergersi in un oscuro medioevo boemo, in cui l’epidemia della Morte Nera mieteva migliaia di vittime ogni giorno e seminava panico, terrore e desolazione ovunque si propagasse. La copertina e le immagini all’interno del libretto supportano l’intento delle note, illustrando scene di strade deserte in cui la peste portava la morte, grazie alle grafiche in CGI un po’ ingenue e datate ma sicuramente di impatto.
I dieci brani che compongono l’album si susseguono sapientemente, ognuno con la propria personalità e le proprie particolarità che lo rendono diverso da tutti gli altri: dall’introduzione epica della title track alle tastiere di “Kosti”, passando per alcuni breakdown da spezzarsi il collo come in “Krvehlas”. In conclusione, Čerň A Smrt è un ottimo disco sotto ogni punto di vista: lo stile proposto è originale e personale, la composizione non risulta mai scontata o banale e l’ascolto è piuttosto facile e scorrevole, rendendo i Bohemyst una piacevolissima scoperta.