BOMBS OF HADES – The Serpent’s Redemption
Il buon vecchio LeonardZ666 in passato ci aveva raccontato i primi passi compiuti dai Bombs Of Hades, con l'uscita di "Carnivores" (2008) e "Chambers Of Abomination" (2010). La formazione si nutriva — e continua tutt'oggi a nutrirsi — delle radici del death metal partorito nella madrepatria Svezia, per realizzare materiale piacevole all'ascolto anche se fortemente incline a produrre dèjà-vu.
"The Serpent's Redemption" è stati rilasciato nel 2012 ed è il secondo album del quartetto, proponendosi come un'ennesima e coerente riprova di fede. Ai signori in questione non frega davvero nulla di suonare in maniera diversa, tanto che ci viene proposto un lavoro la cui matrice è ancora una volta dedita a celebrare il suono nato e modellato sul finire degli anni Ottanta e i primi Novanta in terra scandinava, Entombed e Grave su tutti. In questa occasione viene poi sporcato da una consistenza hardcore netta, fino a ricordare i Disfear. L'album è inoltre condito da un paio di situazioni dal taglio thrash che sanno di The Crown, compagine nella quale il cantante Jonas Stålhammar militò nel biennio 2009-2011, dando voce al disco "Doomsday King" (2010).
La scaletta è indiavolata e grintosa, tuttavia non sempre sparata o con il piede desideroso di spingere sull'acceleratore, ma in grado di regalare brani carichi di adrenalina e movenze death'n'roll ("Crawl Away And Bleed Forever" e "Burn"), dalle tinte epiche e morbose, dall'incedere allentato e cadenzato con una struttura compositiva più varia (la traccia eponima e la conclusiva "Scorced Earth") e cartellate in pieno volto ("Forgotten In Graves" e "Skull Collector"). Magari l'ascolto di queste canzoni non cambierà la vita a nessuno, del resto sono arrivate al nostro orecchio con oltre vent'anni di ritardo; rappresentano, però, con convinzione e capacità il sincero contributo versato al genere da parte dei Bombs Of Hades.
"The Serpent's Redemption" si rivolge a chiunque non ne abbia mai abbastanza di Morte made in Sweden. La produzione grezza al punto giusto lo rende appetibilissimo per i fruitori abituali del filone, ricordando che per una buona mezz'ora abbondante di compagnia si può sempre e comunque far affidamento sull'operato di questi musicisti.