BONG – Beyond Ancient Space | Aristocrazia Webzine

BONG – Beyond Ancient Space

 
Gruppo: Bong
Titolo:  Beyond Ancient Space
Anno: 2011
Provenienza:   Inghilterra
Etichetta: Ritual Productions
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TRACKLIST

  1. Onward To Perdóndaris
  2. Across The Time-Stream
  3. In The Shadow Of The Towers
DURATA: 01:19:05
 

In neanche un quinquennio i Bong si sono dati tanto ma tanto da fare: hanno una discografia costellata di split, live album e box-set, mentre con "Beyond Ancient Space" giungono al traguardo del terzo disco.

Il doom-sludge psichedelico e tendente al drone di cui sono autori è di altissima qualità compositiva. Decisamente importante e preponderante nel sound è la gamma di soluzioni da "trip" acido-spirituale-esoterico che riescono ad attivare e spegnere come semafori: a ogni colore esposto corrisponde una delle forme "spaziali" che assume profilo e sostanza all'interno dei brani.

Non è assolutamente cambiato il modo di presentarsi: le canzoni sono lunghe, tortuose, inebrianti e seducenti, ma al tempo stesso maligne e oblianti; un'eterna lotta della luce che prova a farsi largo nel bel mezzo di una coltre lussureggiante di nebbia grigia, capace di tarparle le ali nel momento in cui tenta di spiccare il volo. "Stoned And Totally Collapsed" è un giramento di testa vorticoso che colpisce nota dopo nota; "Onward To Perdóndaris" vi coccolerà sfruttando l'elegante e suadente suono del sitar; "Across The Time-Stream" porterà con sé una costante a-dimensionalità, cosìcché lo spazio e il tempo verranno annullati dal mastodontico e malsano riverbero ciclico delle chitarre; la conclusiva "In The Shadow Of The Towers" invece porta con sé un abbassamento di "vitalità" e toni, alla pari di un monolite nero, alto e imponente si installa internamente all'orecchio, possedendolo e acquisendone pienamente il controllo.

"Beyond Ancient Space" è un disco drogato all'inverosimile, uno sturbo emotivo che non vuole finire, mi tocca quindi premere il tasto "play" ancora una volta non appena odo anche solo in vicinanza lo scoccare degli attimi che lo condurranno al tramonto. È perdizione che quieta e inquieta, è una dualità che può rompersi solo scegliendo in quale modo affrontare un tale ascolto: sereni e limpidi (e sobri), cercando di sviscerarlo e aprendo la vostra mente alla metamorfosi sonora in corso oppure fatti, strafatti e alticci, cercando di solcare per l'ennesima volta una dimensione che non sia quella a voi conosciuta? In entrambi i casi troverete la vostra risposta, ciò che sicuramente dovrete fare è acquistare questo fantastico album e metterlo su fino allo sfinimento… Trip and trip and more trip!