Borgne - Temps Morts

BORGNE – Temps Morts

Gruppo: Borgne
Titolo: Temps Morts
Anno: 2021
Provenienza: Svizzera
Etichetta: Les Acteurs De L’Ombre Productions
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TRACKLIST

  1. To Cut The Flesh And Feel Nothing But Stillness
  2. The Swords Of The Headless Angels
  3. L’Écho De Mon Mal
  4. Near The Bottomless Precipice I Stand
  5. I Drown My Eyes Into The Broken Mirror
  6. Vers Des Horizons Aux Teintes Ardentes
  7. Where The Crown Is Hidden
  8. Even If The Devil Sings Into My Ears Again
  9. Everything Is Blurry Now
DURATA: 01:13:02

È giunto il momento, come quasi ogni anno da un po’ di tempo a questa parte, di affrontare un nuovo album degli svizzeri Borgne. La vena creativa di Bornyhake e Lady Kaos sembra essere inesauribile: inossidabili nel loro industrial black metal senza mezzi termini, Temps Morts è il loro decimo album, ad appena un anno da Y e tre da [∞], e porta avanti il sodalizio con la francese LADLO.

Affrontare non è un termine scelto a caso, perché ancora una volta il duo si ripresenta al mondo con un disco ostico, lungo ben 73 minuti e che già dalla copertina lascia presagire il suo mood post-apocalittico. Gli anni Novanta aleggiano minacciosi su Temps Morts, con i Nostri che non hanno paura di lasciare il black metal in un angolino a favore di pezzi quasi puramente industrial in stile Nine Inch Nails e Ministry: la commistione delle due anime del progetto e la prevalenza dell’una sull’altra in determinati momenti sono ben chiare già dalle prime due tracce, la marziale “To Cut The Flesh And Feel Nothing But Stillness” — che di black ha solo la voce — e “The Swords Of The Headless Angels”, con una classicissima drum machine implacabile e campionamenti metall(urg)ici.

L’apporto di Lady Kaos, entrata in formazione nel 2017 e in forze anche nelle Asagraum dal vivo, risulta indispensabile ai Borgne, che senza le tastiere a creare atmosfere grandiose e decadenti avrebbero un impatto decisamente meno convincente: non solo quando fanno da contorno alle sezioni più spaccaossa, ma anche e soprattutto quando il duo alza il piede dall’acceleratore e permette alle canzoni di respirare, dando un importante contributo in più anche in termini di varietà e accessibilità vista la lunga durata; il pezzo totalmente acustico a metà scaletta, “I Drown My Eyes Into The Broken Mirror”, fa da spartiacque e funziona benissimo a questo proposito.

Temps Morts riesce anche a essere catchy a suo modo, con certi passaggi che mi azzarderei a definire quasi à la Rammstein, ma oltre a questo c’è proprio un senso della melodia piuttosto spiccato considerando il contesto a metà tra i Mysticum senza la tamarraggine for the sake of tamarraggine e gli Aborym.

Disco dopo disco, ogni volta mi sorprende un po’ come il nome dei Borgne non sia sulla bocca di più gente, considerando la qualità che gli svizzeri riescono a mantenere da tempo e la loro più che ventennale carriera. Belle canzoni, bei titoli, soglia dell’attenzione che non cala nonostante la durata: Temps Morts promosso a pieni voti.