BORN OF SIN – Imperfect Breed Of Humanity | Aristocrazia Webzine

BORN OF SIN – Imperfect Breed Of Humanity

 
Gruppo: Born Of Sin
Titolo:  Imperfect Breed Of Humanity
Anno: 2009
Provenienza:  Svezia
Etichetta: Unexploded Records
Contatti:

Non Disponibili

 
TRACKLIST

  1. Angels Deathrow
  2. Our Infamous God
  3. Deceiver
  4. Walk With The Lord
  5. In Sickness
  6. End Your Life
  7. Imperfect Breed Of Humanity
  8. Shapeshifter
  9. Like A Wave Of Destruction
  10. Stitches
DURATA: 35:42
 

I Born Of Sin sono una delle tante realtà che arrivano a pubblicare il proprio debutto sulla lunga distanza. Seppur attivi dal 2001 e con alle spalle due demo ed un buon ep, "Let It Begin", datato 2006, si è dovuto attendere fino al maggio di quest'anno per vedere dato alla luce "Imperfect Breed Humanity".

La band è composta da musicisti già noti nell’underground e non della loro nazione avendo fatto parte di formazioni di tutto rispetto come gli Enthralled, che avrebbero meritato sicuramente di più, Conformatory e Nightspirit. Il nome di spicco è sicuramente quello di Hjalmar Nielsen ex ascia dei Lord Belial, gruppo maggiormente conosciuto rispetto agli antecedentemente nominati e con più storia alle spalle.

Le dieci tracce che compongono la scaletta si muovono su un classico death melodico che prende spunto ed influenza da formazioni quali At The Gates, Necrophobic e certi passaggi più moderni dei Carnal Forge  One Man Army And The Undead Quartet, avrete quindi possibilità d'ascoltare dosi di melodia innestate su brani veloci e sviluppati in maniera da risultare scorrevoli e quasi catchy senza però scadere nel melenso. In più la voce aggressiva, rabbiosa e graffiata, un growl/scream dinamico e incessante, dà quella spinta finale che serve per farli decollare al meglio.

Altra notizia confortante è il lavoro di songwriting delle due asce, sempre compatte e serrate, che non si limitano al solo creare riff dopo riff, ma si lanciano anche in qualche assolo che adorna piacevolmente il pezzo in corso.

Qualitativamente ci troviamo dinanzi a un disco più che sufficiente a eccetto di una "In Sickness", traccia più oscura e trascinante, che oltrepassa la media. In definitiva un album che, pur non inventando nulla, che dignitosamente si fa ascoltare dall'inizio alla fine.

Chi ha interesse nel death di matrice svedese con innesti melodici dia fiducia a questi ragazzi senza porsi troppe domande.