Bottomless - The Banishing | Aristocrazia Webzine

BOTTOMLESS – The Banishing

Gruppo: Bottomless
Titolo: The Banishing
Anno: 2023
Provenienza: Italia
Etichetta: Dying Victims Productions
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TRACKLIST

  1. Let Them Burn
  2. The Great Unknown
  3. Guardians Of Silence
  4. Stand In The Dimming Light
  5. By The Sword Of The Archangel
  6. Illusion Sun
  7. Drawn Into Yesterday
  8. Dark Waters
DURATA: 42:02

Una delle svariate creature nate dalla mente e dalla chitarra di Giorgio Trombino torna a far parlare di sé sulle nostre pagine: ad appena due anni e un mese dall’uscita dell’interessantissimo debutto eponimo, uscito per Spikerot Records ed eletto fra i nostri migliori dischi italiani del 2021, i Bottomless si accingono a pubblicare l’atteso e probabilmente temuto secondo disco, che risponde al nome di The Banishing. Dico temuto perché è risaputo che il secondo album porti il peso di un arduo compito, quello di non disattendere le aspettative di un debutto valido oppure addirittura di risollevare le sorti di una band in caso di esordio negativo.

Nel caso dei Bottomless possiamo stare tranquilli, visto che non solo il primo disco ha fatto parlare di sé molto e bene, ma che il terzetto sa così tanto il fatto suo da ritenere materialmente impossibile che partorisca un lavoro scarso. The Banishing verrà presentato integralmente al mondo il 25 agosto 2023 su Dying Victim Productions e — lo diciamo in anteprima — si può azzardare che sia ancora meglio del primo.

Otto tracce per quaranta minuti e spicci, in The Banishing c’è un’esplorazione ancora maggiore della componente heavy di quel rock leggermente più spostato verso gli anni Ottanta, la culla di ciò che poi è divenuto noto come doom. I ritmi sono in generale più rapidi, le melodie curatissime e le linee vocali niente di meno che ipnotiche. Si percepisce non solo una consapevolezza diversa ma anche maggiore maturità.

Veniamo catapultati nel disco con gli effluvi dei rituali di magia nera di “Let Them Burn”, seguiti dagli accordi heavy rock di “The Great Unknown”, e bastano queste due tracce per capire che il disco è preso benissimo e sicuramente i bei momenti continueranno ad arrivare a pioggia. “Guardians Of Silence” si apre con il suono metallico delle corde di un’acustica e la netta sensazione che no, il brano non resterà acustico fino alla fine e sta solo fingendo, non importa quanti cori e armonie vocali ci vengano buttati dentro: infatti, appena due minuti dopo il mood si rivela in tutta la sua doomicità. Non poteva essere altrimenti.

La mia personalissima preferita è “Stand In The Dimming Light” per via della sua linea vocale, un canto che si dondola con grazia dalla strofa al ritornello senza interruzioni, impreziosito da altre armonie non solo vocali ma anche strumentali. Intanto col brano numero sette arriviamo alla ballata acustica vera e propria, con un retrogusto folk che ci piace tantissimo: nemmeno tre minuti di durata, senza neppure la classica struttura strofa-ritornello, ed è forse proprio per questo che spicca, un gioiellino melodico di quelli per cui ho e sempre avrò un debole.

In chiusura di The Banishing troviamo l’andamento lento di “Dark Waters”, con i soliti riffoni ciccioni che però si interrompono di colpo, lasciando che il disco termini alquanto improvvisamente, senza che ci siano avvisaglie di alcun tipo. Un finale sorprendente e inaspettato.

Di Bottomless avevo detto che andava ascoltato più e più volte per coglierne le tante sfumature — il che va assolutamente benissimo, intendiamoci — e che, opinione personale e opinabile, peccava un po’ in termini di durata. The Banishing si trova sulla sponda opposta: è esattamente della giusta durata ed è diretto, arriva subito al punto e ci investe con la sua leggera oscurità, in cui riusciamo a navigare senza problemi. Consiglio comunque di ascoltare il neonato Bottomless a ripetizione non per fini di studio, semplicemente perché — mi si perdoni l’assenza di fronzoli — è bello. Un successo su tutta la linea.