BRETUS – …From The Twilight Zone
Gruppo: | Bretus |
Titolo: | …From The Twilight Zone |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Endless Winter |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 40:46 |
Mi ritrovo qui pronto a scrivere della nuova fatica dei Bretus intitolata "…From The Twilight Zone", ma prima vorrei fare due semplici considerazioni.
- Trovo assurdo che nessuna etichetta italiana abbia dato garanzie o fatto una proposta seria per supportare l'uscita di questo disco e non c'è bisogno di sapere a chi mi riferisca, dato che credo sia palese quali sarebbero potute essere le possibili interessate. Sono comunque contento che un personaggio affidabile come Gennady della Endless Winter non se lo sia lasciato sfuggire.
- I Bretus non sbagliano un colpo e rientrano in quel giro di formazioni italiane che all'estero funzionano.
Data la premessa, vi sarà facile intuire quanto il sottoscritto attendesse questo disco. Del resto, non ho mai negato la personale simpatia verso la band, poi la qualità dei dischi sin qui rilasciati ha fatto il resto.
"…From The Twilight Zone" è il tassello che consolida e definisce al meglio lo stile con il quale i Bretus affondano nel mondo doom. Più che fare riferimento alla serie televisiva, come più volte ho letto in rete (comunque una delle chiavi di lettura possibili), credo che il titolo si riferisca al posto in cui il gruppo vive e si muove mentalmente, quella realtà in cui tutto e il contrario di tutto sono tangibili, dove l'incubo diventa reale e il reale è di per sé un incubo.
Ancora una volta i testi si nutrono in maniera costante del filone letterario lovecraftiano e di vari altri cinematografici. L'album è pieno zeppo di riferimenti a pellicole del passato, tanto che ho avuto modo di apprezzarne due che non conoscevo, quali "Danza Macabra" di Antonio "Dawson" Margheriti (1964) e "M. (Eine Stadt Sucht Einen Mörder)" di Fritz Lang (1931); per consultare l'elenco delle restanti, vi invito a visionare il libretto allegato al cd.
Questa massa di oscurità, deformazioni e perlustrazioni viene incanalata all'interno di visioni sonore che si fanno strada attraverso quasi cinquant'anni di storia della musica, vibrando di rock e metal. In particolare gli influssi stoner, doom metal e psichedelici sono innegabilmente figli di vere e proprie leggende dei rispettivi filoni, eppure ormai hanno acquisito tratti così personali da appartenere ai Bretus e a nessun altro.
Non mi soffermerò nel descrivere un pezzo piuttosto che un altro, né perderò tempo in una tediosa e anestetizzante narrazione traccia per traccia. Vi suggerisco piuttosto di aprire il cassettino del lettore CD o di far girare il vinile. Siamo dinanzi a un'uscita che non necessita di un fiume di parole, ma solo di essere ascoltata e riascoltata, godendo sia della moltitudine di minacciose ombre sia delle sparute flebili luci che la compongono.
I Bretus provengono dalla zona del crepuscolo e sono abituati a risiedervi: voi sarete capaci di fare lo stesso? L'incontro con "…From The Twilight Zone" potrebbe aiutarvi nel trovare la risposta a tale quesito.