BYFROST – Black Earth
Gruppo: | Byfrost |
Titolo: | Black Earth |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Norvegia |
Etichetta: | Painkiller Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 38:43 |
Quando una band vien fuori dalla zona di Bergen non può che suscitare interesse, la storica Norvegia dei tempi che furono e il black in genere devono tantissimo a quel circondario, la zona diede alla luce band fondamentali che è inutile anche citare visto che le si conosce un po' tutti (il contrario mi meraviglierebbe).
I Byfrost arrivano da lì e dopo un ep nel 2008, "Byfrostmetal", hanno sfornato un primo album con gli attributi intitolato "Black Heart". Gli scandinavi suonano black e lo fanno nella versione più thrash, le chitarre sono taglienti e l'influenza degli Immortal è presente non solo in fase di riffato, ma anche vocalmente.
I ragazzi sin dalle battute introduttive dimostrano di non essere uno dei tanti cloni in circolazione, sferrano attacchi dalle ritmiche imponenti, tuttavia quasi mai ostentatamente serrate, mettendo in luce uno stile di composizione maturo e dotato di buone sferzate atmosferiche, cambi di tempo e inserti infilati quando meno te l'aspetti che rendono le tracce ancor più intriganti.
"Horns To The Sky" evidenzia il lato epico e d'impatto presentandosi sfrontata e diretta, già diversa si pone la più fiera e cadenzatamente pesante "Black Earth" che solo in una breve incursione si lascia possedere dalla furia aumentando di molto il passo del suo incedere.
Il lavoro è curato nel dettaglio, gli assoli melodici che fuoriescono puliti e perfettamente calzanti sul riffato donano al suono un tocco d'attitudine catchy senza farlo scadere, le canzoni filano prive d'intoppo e le versioni dei brani ripresi dal precedente sforzo discografico autoprodotto godono della nuova veste che una produzione migliore ha fornito loro, ve ne accorgerete soprattutto ascoltando "Night Of Damnation" e "Wings Of The Angel Of Death" rese ancor più espressive da tale passaggio.
In "Desire" avranno pensato: perché non chiamare qualcuno a farci compagnia? L'elemento su cui è caduta la scelta è Arve Isdal (Ice Dale) degli Enslaved che presta alla causa dei Byfrost la propria abilità alla sei corde.
Un episodio come "Lord Victorious" nella sua elementare e stereotipata esposizione, carica però di un piglio devastante, riesce a scatenare una bella serie di headbanging e l'ultima "Skull Of God" rappresenta la sorpresa che non t'aspetti diversificandosi dalle altre in primis perché unicamente strumentale, ma punto più importante per il senso di pensiero contemplativo che la traccia emana, l'apertura arrancante quasi stentante dalla fatica che si anima rafforzandosi con l'alone black per poi riprendere quel corso primordiale che la conduce a dar fine al lavoro è fantastica.
La sezione grafica davvero ben curata da Christian Sloan Hall ricorda quelle di un altro Kristian conosciuto come Necrolord e la produzione affidata alle mani di Herbrand Larsen, secondo degli Enslaved a supporto di questa uscita, sono valori aggiunti che completano e aumentano il piacere d'ascoltare e guardare contemporaneamente "Black Earth".
Dimenticate il passo falso "All Shall Fall", i Byfrost hanno preso sì dagli Immortal, tuttavia per come sta messa la band di Abbath dopo la reunion consiglierei però di dare una possibiltà non a loro, bensì a più giovani connazionali dato che l'album in questione surclassa il prodotto in stile Nuclear Blast dei fu gloriosi rappresentanti dell'orda black. Non ascoltatelo troppo in mp3, compratelo il prima possibile, vale la pena goderselo in originale.