CADAVERIC POSSESSION / AGGRESSIVE MUTILATOR – Influx Of Hatred
Da pochi giorni a questa parte la nostra redazione è stata bersagliata da un nuovo bombardamento proveniente dalla cara Mythrone Promotion, che ci ha deliziato già in passato con uscite colme di attitudine. Tra queste figura uno split che già dalla copertina, oltre che dai nomi dei gruppi coinvolti, tradisce la sua natura oltranzista e squisitamente underground. Quello tra gli svedesi Aggressive Mutilator e i polacchi Cadaveric Possession è un sodalizio che riporta sulla scena due realtà musicali attive dagli inizi degli anni ’10, forti entrambe di un folto catalogo di uscite e di sonorità avulse da qualsiasi discostamento dal canone del black metal ortodosso. Ancora una volta un disco che strizza l’occhio a tutti coloro che nei concetti di innovazione e sperimentazione vedono solo sinonimi di rinnegamento. I 39 minuti che compongono Influx Of Hatred scivolano dolcemente su un mare di blasfemia, violenza e intransigenza compositiva, che lascia comunque in vista le differenze formali tra lo stile dei due autori.
Ad aprire le danze sono i Cadaveric Possession, i quali propongono il classico connubio tra la marcescenza del death metal anni ’80 e la vena oscura della scena scandinava. Una accozzaglia di cupi riff tritaossa, una batteria a senso unico e un growl fangoso che ci intrattiene con frasi tra le più classiche, come «the legion of Jahve shall bleed», «victory of Satan achieved» e «only Death is real». Insomma, un ascolto che sicuramente non può definirsi stimolante, ma che regala una ventina di minuti di puro old school eseguito discretamente; purtroppo la sua omogeneità compositiva, unita a un repertorio di sonorità ugualmente monotono, non riesce a convincere appieno.
Passando agli Aggressive Mutilator, le cose si fanno sicuramente molto più interessanti. Se nei precedenti brani prevalevano la cupezza e l’andatura mastodontica delle chitarre, qui vengono esaltate la velocità e la sregolatezza del punk, arricchite da un repertorio compositivo molto più ampio. Subito dopo la prima traccia acustica (che, lo ammetto, mi ha sorpreso non poco) il duo svedese propone otto canzoni accomunate da sonorità più acute e graffianti rispetto a quelle dei colleghi e da un cantato in svedese ricco di sfaccettature. Tra sfuriate a velocità grind (“Knivhuggarrock”), esperimenti punk-black vicini agli ultimi Darkthrone (“Maskätet Sinne”) e la ricca conclusiva “Världens Bottensats” (che condensa al suo interno assoli vertiginosi, epiche cavalcate e tastiere psichedeliche), gli Aggressive Mutilator si sono rivelati come i veri protagonisti di questo split, mostrando una ricchezza molto maggiore rispetto ai Cadaveric Possession e, soprattutto, quella sana spavalderia punk che non stanca mai.