CAMOLLÍS – Prólogo
Gruppo: | Camollís |
Titolo: | Prólogo |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Brasile |
Etichetta: | Pest Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 54:52 |
Lo shoegaze e il post-rock sono ormai da tempo influenze comuni nel mondo del metal e ci sono alcuni gruppi che spingono più di altri su questi aspetti, a volte abbandonando del tutto la loro parte più tagliente o rumorosa. Il genere più investito da questa ondata è sicuramente il black metal, e non c'è nemmeno più bisogno di nominare quelli che poi sono diventati i capisaldi della corrente in questione.
Molte etichette dedicano crescente spazio a queste sonorità eteree e variamente meditative, e la Pest Productions ne sta facendo un marchio di fabbrica (Súl Ad Astral e Celephaïs per dirne due). In questo ambiente, può capitare anche che un personaggio come il polistrumentista brasiliano B. Carolino (già parte del progetto blackgaze The Last Days) pensi di mettersi in proprio per registrare un disco praticamente senza accenni metal: il risultato è "Prólogo", un'opera prima dalla gestazione relativamente lunga.
Camollís nasce per dare vita alle intuizioni personali di Carolino, che si è occupato di tutto (dalla musica alla grafica) tra 2008 e 2009; il disco però è stato prodotto e mixato solo a inizio 2011, mentre la versione fisica della Pest ha visto la luce nel luglio 2013. "Prólogo" è un album interamente strumentale presentato da un testo scritto in portoghese che, come da titolo, ne introduce i contenuti. Come spesso accade in uscite di questo tipo, vengono menzionati i sogni e una terra distante ed eterea nella quale riposare le nostre stanche membra.
L'album è diviso in due capitoli che rappresentano grossomodo le due fasi del viaggio, che in realtà si configura come un'attesa, come un prologo. La terra dei sogni è suggerita, evocata, ma probabilmente mai raggiunta; è distante nella seconda traccia ("Distante Pt.1") e resta tale nell'ottava ("Distante Pt.2"). Da dire che Carolino ha una passione forse eccessiva per le divisioni in capitoli e parti, visto che quasi ogni cosa nel disco è divisa in due sezioni. Il sottotitolo del secondo capitolo sembra dirci che abbiamo raggiunto lo stadio in cui "tutto ciò che abbiamo è questo breve momento", ma ciononostante restiamo in una dimensione onirica e non concreta, sempre che esista una distinzione tra le due nel mondo dipinto dal brasiliano.
Le tinte bluastre della copertina ci accompagnano anche durante l'ascolto degli oltre cinquanta minuti di musica che compongono questo album. Le percussioni sono nella maggior parte dei casi poco invasive e la chitarra echeggia nella nostra mente dipingendo "note che fluttuano oltre l'orizzonte". "Distante Pt.2" è un pezzo post-rock abbastanza canonico con una sezione iniziale molto calma e un progressivo crescendo nella seconda metà. La traccia finale "Adeus" potrebbe essere letta in vari modi: forse siamo riusciti a raggiungere la famosa terra distante, o forse invece stiamo dicendo addio a questa visione prima di tornare alla nostra vita quotidiana. Il brano è sostanzialmente una lunga traccia in cui si alternano momenti strumentali dall'impronta variamente ambient a fasi di silenzio, quasi a sottolineare la coesistenza dei due piani di realtà.
In definitiva, Camollís è riuscito a completare un bel disco strumentale che i fan del post-rock e dello shoegaze d'atmosfera probabilmente gradiranno. Non ha un piglio veloce né tracce di metal, quindi non aspettatevi accelerazioni improvvise o grida di dolore sparse qua e là, che invece fanno parte dello stile dell'altro progetto di Carolino, The Last Days.