CANDY CANE / ORANSSI PAZUZU – Split | Aristocrazia Webzine

CANDY CANE / ORANSSI PAZUZU – Split

Gruppo: Candy Cane / Oranssi Pazuzu
Titolo: Split
Anno: 2010
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Verdura Records / Firebox Records
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TRACKLIST

  1. Candy Cane – 16061978
  2. Candy Cane – 10091989
  3. Candy Cane – 03012007
  4. Candy Cane – 25021994
  5. Candy Cane – 29112008
  6. Oranssi Pazuzu – Ole Muukalainen
  7. Oranssi Pazuzu – Unihämähäkki
  8. Oranssi Pazuzu – Torni
  9. Oranssi Pazuzu – Farmakologisen Kultin Puutarhassa
DURATA: 45:18

L’ascolto dello split condiviso da Candy Cane e Oranssi Pazuzu ha generato un tale attacco coronarico, dato l’eccessivo tasso di adrenalina, che abbiamo deciso di smezzare l’incombenza della recensione fra due collaboratori. Insanity (oggi Vlakorados) e Akh. omaggiano così adeguatamente entrambi i due gruppi finlandesi.


Cosa ci si può aspettare da una band avantgarde-black metal chiamata Candy Cane, come quei famosi dolcetti di zucchero lunghi e ricurvi, solitamente a strisce bianche e rosse, e che ha scelto come url su Myspace la dicitura bastoncinodizucchero? Prima di approcciarmi a questo lavoro, non avrei saputo dare risposta, questa è la prima volta che mi trovo ad ascoltare questa realtà ma il solo fatto che abbia prodotto uno split con gli Oranssi Pazuzu è una buona premessa.

Le mie aspettative erano alte per quanto non motivate da fatti concreti ed effettivamente il sound dei cinque brani mi ha sorpreso. Col senno di poi non ci sarebbe stato tanto da stupirsi, visto che le atmosfere evocate ricordano un parco giochi in versione horror. Sin dal primo ascolto, per essere precisi, mi è venuto in mente l’inquietante luna park del videogioco Silent Hill, con i conigli rosa di peluche insanguinati e le giostre che si muovono e suonano da sole nell’oscurità di un mondo alternativo. Synth dalle sonorità innocenti e giocose si mischiano a urla furiose e riff folli, mentre qua e là saltano fuori influenze noise rock; il sound è per lo più caotico, ma non preoccupatevi perché spesso e volentieri troverete pause che in realtà non spezzeranno le atmosfere insane, ma anzi le amplificheranno.

Il breve brano iniziale è solo un’illusione, non aspettatevi quella tranquillità, poiché già dal secondo i Candy Cane si manifestano in tutta la loro follia. “10091989” è un perfetto riassunto di quanto detto sopra e mette in mostra tutte le caratteristiche della band. In “03012007” il batterista manifesta le sue capacità, supportando con ritmiche particolari una canzone più improntata sul groove rispetto alla precedente. La performance del cantante risulta sempre ottima, tuttavia è in “25021994” che offre il meglio di sè, alternando uno scream grave a un growl demoniaco. Il punto forte della band sono però le chitarre e le tastiere: proprio nella seconda metà di questo brano queste ultime sono protagoniste prima con un intermezzo e poi con passaggi lontani da ogni mente sana. La chiusura della prima parte dello split tocca a “29112008”, traccia che si distingue per essere esattamente l’opposto delle altre, puntando molto sulle atmosfere inframezzate da brevi sfuriate.

Inutile aggiungere che già solo questo lato dell’opera sarebbe un motivo più che valido per convincervi ad ascoltarla, ma aspettate di leggere l’altra metà della recensione. Passo quindi la palla ad Akh.


Tenendo conto che ho trovato stratosferica la parte dei Candy Cane, mi dedico ora a questi altri geniacci degli Oranssi Pazuzu. Vi calo immediatamente la mia scala reale e vi svelo che ho inserito questo split dritto dritto fra i miei top album dello scorso 2010, perciò avrete già intuitio il mio giudizio. Avrò così  il privilegio di poter descrivere il nuovo fantastico delirio imbastito dai finlandesi.

Rispetto a Muukalainen Puhuu, il gergo psichedelico rimane inalterato, cambiano invece inaspettatamente le percentuali musico-cromatiche e il tasso di energia black metal. Se da un parte la vena psichedelica è mutata ma non minore, dall’altra l’influsso black metal o (post black metal) è sicuramente aumentato; in “Ole Muukalainen” mi ritrovo così a immaginare una jam fra Chris Rea messo sotto acido e i Blut Aus Nord. Sicuramente gli Oranssi Pazuzu hanno deciso di pestare maggiormente, come dimostra la seguente “Unihämähäkki”, che prende a braccetto la follia visionaria del rock più spaziale e da trip, realizzando un cocktail da bere tutto di un fiato, fino a giungere in un limbo pneumatico in cui perdersi.

Il lavoro di rifinitura delle tastiere e delle chitarre soliste è fantastico in tutti e quattro i brani, che ci regalano un mix di sensazioni fra l’esaltazione e il catatonia, portandoci ai vertici della frenesia. Tutto è un calderone primordiale in cui ogni piccola sfumatura suonata crea un abisso profondo di isterica e insana follia. Come non rimanere affascinati poi dal basso pulsante in “Torni” e dalle aperture settantiane da ascoltare a tutto volume; qua il vecchio Syd Barrett andrebbe a nozze e chissà che in cuor suo non abbia mai voluto scrivere pezzi come questi.

In conclusione, vi consiglio esclusivamente per il vostro bene di ascoltare questo gran lavoro firmato dai geniali Oranssi Pazuzu e proveniente dalla Finlandia, anche se non so di preciso da quale manicomio musicale possa essere uscito.