CELESTE – Misanthrope(s)
I francesi Celeste sono una di quelle sperimentazioni musicali estreme e particolari sulle quali si può dire di tutto e di più, scegliere decisamente se odiarli o amarli senza per questo doverne contestare le indubbie qualità.
In appena tre anni il quartetto ha prodotto altrettanti dischi senza perdere botta e ha mantenuto anche in quest’ultimo nato Misanthrope(s) quella carica di adrenalina possente presente all’interno dei suoi predecessori Pessimiste(s) e Nihiliste(s), trovando e donando inoltre la maturità che serviva ai brani per divenire unici. Unici, perché lo stile della band è talmente vario da non poterlo ingabbiare in un solo genere: nel calderone della proposta vi sono sludge, post-hardcore e black metal talmente ben amalgamati da non poter dire quale sia la corrente predominante, dato che escludendone una delle tre il suono ne risulterebbe gambizzato.
È un ascolto alquanto complicato da digerire e bisognerà inserirlo nel lettore a ripetizione per entrare a pieno contatto con l’atmosfera impressa alle tracce. Queste si muovono per la maggior parte della durata su classici tempi medi che supportano un lavoro d’asce alquanto particolareggiato e che sa pescare sia dalla rabbia metallica più classicamente densa del black metal che dall’aggressione più acerba, istintiva e senza fronzolo dell’hardcore. La voce è un altro punto forte e a metà fra i due generi, da cui prende lo scream graffiato e l’urlato in stile boato, venendo sfruttata per rigettare sull’ascoltare la carica emotiva cupa e dilaniante che li caratterizza.
Misanthrope(s) è talmente coinvolgente nel suo essere aspro e ruvido che non mi sento di citare un pezzo piuttosto che un altro, è un percorso da fare per intero, seguendo fedelmente l’ordine della scaletta. Chi ama le atmosfere particolari e il suono che sa macerare la carne, evitando l’utilizzo di fuorvianti quanto inutili accelerazioni del caso, lo faccia suo, ne varrà assolutamente la pena.