CHARUN – De Ortu Solis
Gruppo: | Charun |
Titolo: | De Ortu Solis |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 28:21 |
Nuovo progetto solista per Nicola Olla, già noto con We Are Building Ruins e Curse This Ocean, che debutta sotto il nome Charun con un ep di quattro tracce intitolato "De Ortu Solis". La proposta è basata sul Post-Rock di band quali pg.lost e This Will Destroy You, l'influenza è evidente tanto da essere pericolosamente vicina al limite del «copia-incolla» (fortunatamente senza oltrepassarlo), ma d'altronde questa è la piaga che troppo spesso colpisce questo genere.
È anche vero che molti amanti dello stile non saranno dispiaciuti di trovare elementi tipici come le chitarre in tremolo picking nella titletrack, gli arpeggi presenti in gran parte del lavoro e l'alternanza tra lunghe fasi vicine all'Ambient e passaggi che seppur più spinti non diventano mai eccessivamente duri; in sostanza c'è tutto ciò che caratterizza questo tipo di musica e non si va molto oltre, ci sono piccoli tocchi personali come in "De Profundis", lievemente incattivita da un basso ben in evidenza e dallo scream (tra l'altro unica comparsa della voce), le tastiere sui finali della stessa traccia e della sua successiva e qualche incursione elettronica qua e là, nessuna grossa sorpresa però.
Chiariamoci, il lavoro è godibilissimo e scorre senza intoppi, inutile soffermarsi troppo su piccoli difettucci come una produzione leggermente sporca in alcune parti o la drum machine non del tutto convincente a tratti (anche perché, se non ho capito male, dopo la pubblicazione dell'ep il mastermind ha reclutato altri musicisti a supportarlo); ciò che mi lascia un leggero amaro in bocca è la sensazione di già sentito che mi gira continuamente per la testa, ma qui si tratta di puro gusto personale, come già detto chi ama questo tipo di Post-Rock sarà senza dubbio più che soddisfatto.
Non resta che attendere i prossimi passi, la mia speranza è che qualcuno smuova un po' le acque in questo genere che sento fin troppo stantio e se a farlo fosse una band italiana ne sarei ancora più felice; al momento il progetto Charun è giustificato dall'essere ai suoi primi passi, vedendo però del potenziale mi sento di aspettarmi un'evoluzione più personale dai prossimi lavori.