CHIRAL – Night Sky
Gruppo: | Chiral |
Titolo: | Night Sky |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 58:14 |
Non è passato molto tempo da quando vi parlai dell'italiano Chiral e del suo "Abisso", debutto che — pur non riuscendo a trovare un orientamento ben preciso — lasciava intravedere buone potenzialità. Con il suo successore pare che il progetto abbia finalmente trovato la propria strada e devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso sotto diversi aspetti.
"Night Sky" è il titolo di questo disco, ma possiamo notare come la copertina ci mostri uno scenario decisamente più luminoso; un accostamento di elementi praticamente opposti potrebbe sembrare incoerente, eppure la musica contenuta nelle cinque tracce riesce a dare a esso un senso: ascoltando più volte i brani, ho avuto l'impressione di essere sotto un cielo notturno — in compagnia solo delle stelle e della natura circostante — e allo stesso tempo ho sentito una costante presenza luminosa, probabilmente frutto di una ricerca interiore, che in quanto tale non era visibile agli occhi ma solo all'anima. Paroloni? Forse sì, ma non saprei in che altro modo descrivere brevemente questo lavoro.
Anche solo parlare del lato prettamente musicale è già difficile, date le molteplici influenze in gioco: noterete una base che fonde il Black Metal atmosferico di Lustre — e ovviamente del suo maestro Burzum — con le sonorità cascadiche e Post- di band quali Wolves In The Throne Room, Panopticon e Falls Of Rauros; le ultime due citate, insieme agli Opeth, le ritroverete inoltre nei numerosi passaggi di chitarra acustica. Nominare infine gli Agalloch non sarebbe un errore, poiché la loro influenza è tangibile in diversi frangenti.
In altre parole, "Night Sky" si pone come un disco di Black atmosferico in cui le chitarre elettriche vanno in diverse occasioni a creare un sottofondo rumoroso insieme alle tastiere tendenti all'Ambient, mentre in altre tornano in superficie a donare un tono più aggressivo ai pezzi. La lunga durata di ogni singolo episodio consente ad accelerazioni e rallentamenti di alternarsi con tempistiche dilatate e passaggi ripetuti quasi ossessivamente come Nachtzeit insegna. Il tocco più folcloristico viene fornito principalmente dalle sei corde, che fin dall'inizio fanno sentire la propria importanza, ma in "My Temple Of Isolation" e soprattutto nell'intermezzo "The Morning Passage" udirete chiaramente il suono di un'armonica che ci trasporta dalle parti delle band americane nominate in precedenza. Melodie nostalgiche e malinconiche la fanno da padrone, le due parti di "Nightside" — specialmente la seconda — ne sono un perfetto esempio, mentre lo scream discretamente aspro si palesa solo in determinati momenti, lasciando che sia l'ascoltatore a mettere in parole i propri pensieri.
Chiral ha svoltato nella direzione giusta, la commistione di stili avviene in modo del tutto naturale e riesce a trasmettere la passione del musicista per i generi; sembra quasi di trovarsi davanti a una band completamente diversa, se non fosse per alcuni elementi come talune soluzioni di "Nightside I: Everblack Fields" o le tastiere di "Beneath The Snow And The Fallen Leaves" che fanno intendere una volontà di mischiare passato e presente già in parte espressa in "Abisso".
"Night Sky" è un album apparentemente semplice, orecchiabile e facilmente apprezzabile da un pubblico vasto, che tuttavia richiede più ascolti per essere assimilato appieno in tutti i suoi dettagli. Potremmo lamentarci di una produzione non sempre perfetta — in particolare sui volumi troppo alti della chitarra acustica — ma stiamo parlando di dettagli che non danneggiano più di tanto il risultato finale. Ascolto consigliatissimo.