CHRIST AGONY – Darkside
Gruppo: | Christ Agony |
Titolo: | Darkside |
Anno: | 1997 |
Ristampa: | 2012 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | Hammerheart Records / Total Metal Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 40:00 |
I Christ Agony sono ciò che si può definire una creatura controversa, hanno più volte modificato il modo di esporre la loro musica, producendo dischi veramente belli a inizio carriera ("Unholyunion", "Daemoonseth – Act II" e "Moonlight – Act III"), passando poi una fase di transizione tutt'altro che semplice che li ha visti virare anche in territori quasi gotici (con "Darkside", "Trilogy" e "Elysium"). Dopo l'affrettato cambio di nome in Union e il ritorno sui propri passi del leader Cezar, che ha portato alla nascita del passabile "Condemnation" e dell'ultimo "NocturN", influenzato da atmosfere doom, capirete che ci si attendeva una riprova di qualità che purtroppo non è arrivata, con i puristi che hanno trovato poco interessanti molte scelte intraprese dai Polacchi, mentre coloro che amano prove più varie e non forzatamente fossilizzate nel solo panorama black metal non sono stati soddisfatti da soluzioni spesso raffazzonate e poco convincenti.
Nel 2012 la Total Metal Records si fa carico di ristampare una delle pietre dello scandalo, è il quarto capitolo "Darkside" partorito nel 1997 a ricevere nuova vita e veste grafica, senza però aggiungere a esso alcuna traccia bonus. Il disco mantiene la sua scaletta di dieci pezzi imbastarditi, che permettono a varie correnti sonore e atmosferiche di confluire nel suono, noterete infatti la presenza di parecchie sfumature thrash e death, un'esposizione in alcuni casi affine al dark metal melancolico ("Heredity" ne è un caso palese, con tanto di sezioni ritmiche dal vissuto tribale in aggiunta) sino all'apparizione di una natura meccanica industrial-danzereccia nei due episodi di "My Spirit Seal" ("Dream Version" e "Blood Version"), che per alcuni potrebbero essere causa di disturbo.
Quello che lascia interdetti di "Darkside" è l'essere uscito dopo "Moonlight – Act III", a detta di molti l'apice compositivo della band: è spiazzante trovarsi all'orecchio questa formazione. Anche i pezzi ancora intrisi di quel poco che resta dell'entità black metal sono asserviti a uno sviluppo che assomiglia a una collezione di litanie romantiche in salsa goth, con tanto di introspezione intellettuale rubacchiata qua e là.
Probabilmente chi non avesse ancora avuto modo di incrociare i Christ Agony, sbattendo il muso contro questo lavoro potrebbe rimanerne anche colpito, la musica in fin dei conti non è brutta, ma è decisamente fuorviante con quel nome impresso sopra. Gli spunti sono anche piacevoli e l'ambientazione in molti casi quasi soffusa, interrotta da frangenti più ruvidi, da canzoni energiche come "Kingdom Of Abyss", "Darkside (Eternal, Beauteous Death)" e "The Key", sembra soffrire di un torpore che si prolunga in maniera evidente, a causa della volontà di battere terreni nei quali non si è del tutto a proprio agio.
Si trattava dell'era della transizione a quei tempi e la ricordiamo così anche oggi. "Darkside" rimane uno dei lavori meno riusciti dei Christ Agony e diciamocelo onestamente che da Cezar si è sempre preteso altro. È una ristampa per collezionisti smaniosi di avere ogni tassello del puzzle Christ Agony, i restanti potranno saltarlo a pie' pari.