CIORAN – Bestiale Battito Divino
Gruppo: | Cioran |
Titolo: | Bestiale Battito Divino |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Avantgarde Music |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 24:56 |
Per chiamarsi Cioran ci vuole una certa dose di una serie di cose. Una cultura, per cominciare, perché tendenzialmente il metallaro medio inizia e finisce il suo bagaglio filosofico con Nietzsche, giusto per poter dire che Dio è morto. Faccia tosta, per continuare, perché un conto è prendere forte spunto dalle opere di un autore, un altro è chiamarsi esattamente come lui, soprattutto quando lui è un filosofo originariamente filonazista e a dir poco controverso nel suo pensiero giovanile. Un sacco di buon umore, per concludere, perché il filosofo romeno non è certo passato alla storia per essere stato un inguaribile ottimista. E i Cioran paiono avere tutto il necessario.
"Bestiale Battito Divino" è il terzo parto del quartetto veneto e arriva dopo un altro EP del 2014 e un primo demo risalente al 2012, segno che i Nostri iniziano ad avere qualche anno di esperienza e le idee chiare su come impostare il proprio percorso musicale. Non è un caso che per questa manciata di brani si siano interessate addirittura Caligari per l'edizione su cassetta e Avantgarde Music per quella in CD.
La formazione padovana si lancia in un black metal violentissimo e belligerante, innervato da un piglio esistenzialista e disilluso (va da sé che non avrebbe potuto essere altrimenti). Blast beat perenne, un muro di chitarre che non si vergogna di sfociare nel (post-?) hardcore più metalloso, sempre modellati in canzoni mediamente brevi (giusto gli ultimi due pezzi toccano i cinque minuti) e dense.
Merita una menzione d'onore il lavoro del frontman Daniele Grolia che, oltre a essersi lavato le corde vocali con l'acido muriatico, ha sviluppato tutti i testi dell'EP (rigorosamente in italiano, ma tradotti all'interno del digipak), seguendo proprio quel preciso stile concettuale e di prosa: versi asciutti, scarni e una voce affilata come una lama a dipingere immagini di dualità e la perenne tensione umana «tra il bestiale e il divino».
Un unico appunto che mi sento di fare all'ottimo lavoro dei Cioran è che, nella foga di esprimere il loro disagio e il loro pessimismo, a volte mancano della chiarezza e della perentorietà che del filosofo è figlia e, per tornare ai testi di Grolia, mescolano in poche parole tante idee e tanti spunti, perdendo quella puntualità per cui, invece, sono famose le frasi dell'autore romeno. Si tratta comunque di una sfumatura all'interno di un lavoro nel complesso molto (s)gradevole.
Sarebbe molto bello vedere la formazione veneta alle prese con una pubblicazione più corposa, perché "Bestiale Battito Divino" ci presenta una band in grande forma e pronta per affrontare una sfida ancora maggiore.