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CLAUSTRUM – Claustrum

Gruppo: Claustrum
Titolo: Claustrum
Anno: 2023
Provenienza: Italia
Etichetta: Unorthodox Emanations
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TRACKLIST

 

  1. Ecpirosi
  2. Destined To Rot
  3. Zombie Rat
  4. Desire Of Death (Nuclear Death)
  5. Hopeless Despair
  6. Awaiting Doom
  7. Necroptosi
DURATA: 28:16

Il profondo nord-est, al confine con la Slovenia, è da tempo un’area che — seppur meno prolifica e brulicante rispetto ad altre micro-scene nel resto d’Italia — non ha nulla da invidiare in termini di qualità. È a cavallo tra Trieste e Gorizia che si sviluppa una delle novità più interessanti, i Claustrum: signori che di marciume sulle spalle ne hanno accumulato, in gruppi come Grime, Fierce e quegli Affliction Vector che spero non siano stati soltanto una meteora con l’ottimo Death Comes Supreme. Una cosa un po’ carsica, in riferimento all’area geografica, con gente che magari non sforna due dischi all’anno ma che torna nel sottosuolo a lavorare, per poi spuntare in forma diversa altrove.

Non sorprende, dunque, che Claustrum sia un debutto coi fiocchi. Death metal cavernoso — termine che, sono sicuro, affiancherà cliché come gli assoli al fulmicotone e la batteria tellurica — ma non troppo, in cui il terzetto riprende e amalgama un po’ le componenti chiave delle band madri. Nella mezz’ora lorda, intro e outro incluse, trovano spazio una bella gamma di violenza e riff articolati quanto basta: un mix caotico quanto la copertina che però funziona benissimo, inserendosi senza pretese di innovazione in un filone revival che negli ultimi tempi è stato esplorato a destra e a manca.

Il perno del disco è rappresentato da “Desire Of Death (Nuclear Death)”, l’unico pezzo in cui i Nostri decidono di riprendere fiato con un’andatura più lenta e sofferta, che fa un po’ da spartiacque tra le prime due tracce — un po’ più studiate — e la furia di “Hopeless Despair”. Quello dei Claustrum è un death che, come intuibile, concilia old school e approccio moderno: una certa capacità nel variare le dinamiche anche all’interno dello stesso brano è sicuramente uno dei punti a favore del gruppo, con la batteria e la chitarra sempre in prima linea e sempre pronte a elargire pesantissime mazzate sulle gengive o viaggiare sull’onda di blast beat e tremolo, senza soluzione di continuità.

Al termine di Claustrum ciò che rimane è morte, distruzione e un aroma di zolfo diffuso, come da programma. Niente da eccepire per questi tre gentiluomini, che per quanto mi riguarda hanno già trovato il loro posticino nelle mie preferenze di questo 2023.