CLINGING TO THE TREES OF A FOREST OF FIRE / NESSERIA – Split
Gruppo: | Clinging To The Trees Of A Forest Fire / Nesseria |
Titolo: | Split |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Stati Uniti / Francia |
Etichetta: | Trendkill Recordings / WOOAAARGH |
Contatti: | Facebook Clinging – Facebook Nesseria |
TRACKLIST
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DURATA: | 27:49 |
Uno split riassumibile in: mazzate sui denti. Due band che vanno approfondite, che magari non sono ancora emerse del tutto agli occhi del pubblico mondiale, ma che hanno senza ombra di dubbio ottime potenzialità, Clinging To The Trees Of A Forest Fire (CTTTOAFF da ora per comodità) e Nesseria. Quattro brani a testa compongono questo split, brevi, essenziali, eppure decisamente incisivi. Quanto basta, a chi ancora non ha avuto occasione di porgere l'orecchio alle precedenti produzioni delle due formazioni, a far venire la voglia di approfondire l'argomento.
I primi in ordine di scaletta sono gli americani CTTTOAFF, autori di un grindcore sporchissimo, che non si nega momenti più lenti e canonicamente death metal oltre a brusche accelerazioni, e fa affiorare per brevissimi momenti sensazioni sludge. Ethan McCarthy alla voce (e chitarra) si sgola letteralmente su riff potenti e ben costruiti. Meravigliosa davvero l'apertura "Opaque", che parte con un basso sudicio e di notevole spessore per poi scatenarsi in una sfuriata grindcore violentissima. La produzione è rigorosamente lo-fi, come ben s'addice al genere, i suoni sono torbidi, una palude sonora di blast beat, distorsioni e urla. Non mancano dissonanze, fastidiose il giusto, né momenti più puramente noise. Adorabili. Repertorio completo e stile personale per i ragazzi del Colorado.
I Nesseria invece si collocano su coordinate leggermente diverse, e non solo per una ragione geografica (la band giunge da Orleans, Francia). I transalpini propongono un death-grindcore (con qualche sporadica influenza black) dalle sonorità decisamente più pulite, con chitarre incisive, ma dal suono assolutamente più netto e comprensibile rispetto ai compagni di viaggio d'oltreoceano. I brani stessi sono più costruiti e complessi, articolati in maniera più ampia, ricchi di variazioni ritmiche ben architettate e in totale meno violenti e istintivi, creando una proposta dotata di una emotività sicuramente diversa se paragonata alla furia grezza dei CTTTOAFF. La palma per miglior brano del lotto, a fare il paio con il pezzo d'apertura, la vince poi l'ottavo "1789", i cui riferimenti storici sono facilmente intuibili data l'origine del gruppo.
Il mio giudizio personale è che la band statunitense nel complesso abbia tirato fuori quattro pezzi più distintivi, ma potrebbe benissimo essere la mia propensione verso tutto ciò che tende alla caoticità a farmela apprezzare maggiormente, mentre i Nesseria, di cui tuttavia non ho avuto occasione di ascoltare l'album, hanno un sound decisamente più derivativo e meno personale, sebbene comunque meritevole d'ascolto. Due band da tenere d'occhio.